Nel villaggio di Turmus?Ayya, nella Cisgiordania centrale, una donna palestinese è stata duramente colpita alla testa da un giovane colono mascherato che brandiva una mazza. L’episodio, avvenuto nella mattinata di domenica, è stato documentato da una fotografia e da video che circolano sui social. Il ferimento riportato dalla donna è grave. Le autorità israeliane locali hanno aperto un’indagine raccogliendo le immagini disponibili.
La risposta della polizia
Il comandante della polizia del distretto di “Giudea e Samaria” della Israel?Police, Moshe?Pinchi, ha preso posizione pubblica sull’accaduto esprimendo «profondo turbamento» per la fotografia che ritrae l’aggressore in azione e dichiarando che non si farà «come i nostri crudeli nemici». Ha dato istruzioni affinché il giovane colono venga assicurato alla giustizia e processato.
Il contesto della tensione nei Territori
L’aggressione s’inserisce in un quadro più ampio di violenza da parte di coloni israeliani nei confronti di palestinesi e, sempre più spesso, anche nei confronti delle stesse forze di sicurezza israeliane nell’area della Cisgiordania. In questo contesto, Pinchi ha già indicato che la priorità della polizia è mutata verso la protezione delle comunità israeliane nei territori, sollevando critiche rispetto alla tutela dei civili palestinesi.
La violenza come regola
L’atto rappresenta sia un grave episodio di violenza individuale sia un segnale della fragilità dell’ordine pubblico nei territori occupati. La presa di posizione del capo-polizia assume così valenza simbolica: da un lato la necessità di riaffermare la legalità; dall’altro la pressione sull’apparato di sicurezza israeliano a intervenire anche contro violenze commesse da coloni radicali. Il rischio è che tali attacchi alimentino ulteriormente la spirale di escalation tra popolazione palestinese, coloni e forze israeliane, con conseguenze anche sul piano diplomatico e delle relazioni internazionali.
Fedele al ministro Ben Gvir
Pinchi e' l'ex attache' militare del ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir ed e' noto per sostenere generalmente gli interessi del movimento dei coloni. L’aggressione subita dalla donna palestinese a Turmus Ayya e la conseguente reazione della polizia israeliana segnano un momento di forte tensione e attenzione: il gesto violento è grave, ma la risposta istituzionale potrebbe essere altrettanto significativa se effettiva e durevole. Resta da vedere quanto saranno concrete le azioni che seguiranno alle parole, e se l’episodio avrà effetti per il lungo termine sulla gestione della sicurezza nei territori occupati.