"Purtroppo a distanza di un anno di tempo dall'aggressione il giovane non ce l'ha fatta, a nulla sono servite le cure meticolosissime che l'equipe dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, ha prestato per tutto quest'anno, condizioni cliniche sicuramente deteriorate fino all'inevitabile esitus".
A parlare l'avvocato Costantino Cardiello, nominato dai familiari di Paolo Piccolo, il 26enne di Barra deceduto per le conseguenze del brutale pestaggio subito in un cella del carcere di Bellizzi, la sera del 22 ottobre 2024.
"Il cordoglio della famiglia ora si trasforma in una richiesta accurata di verifica - ha dichiarato il difensore della famiglia Piccolo - una richiesta per chiarire soprattutto che cosa non ha funzionato nella catena di custodia. Paolo è morto all'interno di un penitenziario, conosciamo tutte le criticità dei vari istituti, però siamo pur sempre in uno stato liberale che deve garantire la salute e la vita anche dei detenuti, motivo per il quale credo che la magistratura accenderà un faro anche su questo.
"Aspetti che magari sono stati considerati collaterali alla vicenda principale, grave, che adesso cambia pelle perché da tentato omicidio si passa alla contestazione di omicidio. Quindi nei prossimi giorni credo che si andrà a verificare anche che cosa non ha funzionato nel carcere, nonostante la carenza di personale che purtroppo è alla base di queste disfunzioni, ma un segnale ai familiari va dato dallo Stato che non ha saputo garantire la vita di questo giovane".