Napoli

Un’udienza al mese, con una media di 20-30 casi. Sono i numeri dei processi per direttissima celebrati dal Tribunale per i Minorenni di Napoli per minorenni sorpresi in possesso di armi bianche. Un'emergenza che dai vicoli è arrivata fin dentro le aule scolastiche e che ora spinge la magistratura a pensare a nuovi strumenti di contrasto. L'ultima proposta arriva dalla presidente del Tribunale, Paola Brunese: sequestrare il cellulare a ogni ragazzino trovato con un coltello.

La proposta: colpire l'oggetto "vitale"

«Si potrebbe impartire alle forze dell’ordine la direttiva di sequestrare anche il cellulare al minore trovato con un coltello. L’attuazione spetta alla Procura oppure a polizia e carabinieri. Ma è un’idea, mi sembra giusto discuterne». A lanciare la proposta è la stessa Brunese, che spiega le ragioni di una misura così forte. Da un lato, l'utilità per le indagini: un'ispezione della memoria del dispositivo potrebbe portare alla luce chat o fotografie dalle quali evincere se e come l'arma è stata usata in passato, o se se ne mena vanto con gli amici. Dall'altro, c'è una motivazione più profonda, di tipo educativo. «Per i minorenni il cellulare è uno strumento vitale. La paura di esserne privati, anche se per un tempo limitato e a fini probatori, può spaventarli e farli riflettere», argomenta la magistrata.

"Mi difendevo": la giustificazione più comune

In aula, le giustificazioni dei giovani sono quasi sempre le stesse. Quasi tutti ripetono di aver portato con sé il coltello solo per difendersi. Un fenomeno che ha ormai un segno tangibile anche sulla pelle di questi ragazzi. 

L'allarme scuola e i controlli con i metal detector

L'emergenza non è confinata alle strade. I carabinieri hanno intensificato i controlli all'ingresso degli istituti, come all'istituto "Morano" di Caivano, nel cuore del Parco Verde. Solo sabato scorso, in quella scuola, sono stati scoperti tre studenti con un pugnale in tasca: due di 14 anni e uno di appena 13.

I dati: 38 minorenni denunciati e 150 coltelli sequestrati

La dimensione del fenomeno è documentata dai numeri. I carabinieri, nei controlli nelle strade della movida dall'inizio dell'anno, hanno già denunciato o arrestato 38 minorenni tra Napoli e provincia per detenzione illegale di armi. I sequestri parlano di quasi 500 oggetti pericolosi, tra cui 150 coltelli e 319 tra mazze e tirapugni.

La preside Pirone: "Problema più complesso, la repressione non basta ma serve" 

Per la preside dell'Istituto Marie Curie di Ponticelli, Valeria Pirone, che da mesi denuncia la necessità di attivare i metal detector a scuola, la soluzione non può essere solo repressiva. "Ma è un buon punto di partenza per affrontare il fenomeno che ha assunto dimensioni preoccupanti non solo a Napoli. Resta tuttavia il fatto che si tratta di un fenomeno complesso che richiede grande sinergie tra tutte le agenzie educative. L'anello debole è ovviamente la famiglia, ma le istituzioni scolastiche possono contribuire a cambiare il paradigma se si mette in campo una vera rete di competenze che va dai servizi sociali ai tribunali per minori".