“Ho dei flash sul Natale con Salvo: ero piccolo, ero sulle sue gambe mentre lui giocava a sette e mezzo, evidentemente gli stavo dando fastidio, ma era buono e mi lasciava giocare” E ancora: “Salvo ci teneva molto a me, scriveva nelle lettere a mia madre, dopo aver appreso che ero stato poco bene, di proibirmi di togliermi scarpe e maglie, scriveva proprio “non fargli fare lo scugnizzo””.
Lo scugnizzo è Alessandro, fratellino di Salvo, che ai microfoni di Ottochannel racconta il Salvo umano, il Salvo fratellone, la versione privata di un eroe.
Sì un eroe, perché Salvo è Salvo D'Acquisto, carabiniere ucciso dai nazisti e ricordato oggi, a ottant'anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale dalla fondazione 50 e Più, nell'ambito della rassegna culturale “Il Valore dell'Esperienza”.
“Importante ricordare mio fratello – dice Alessandro – per i giovani, perché in tempi così brutti la figura di una persona buona, un giovane carabiniere che come diceva mia madre ha testimoniato che la vita è bella sempre, talmente bella che ha sacrificato la propria per salvare quella di tante persone può portare qualcosa ai ragazzi”.
E il presidente regionale della fondazione “50 e Più” Maurizio Merolla spiega: “Negli 80 dalla fine della guerra questa celebrazione mette al centro una figura importante: Salvo D'Acquisto è protagonista di una vicenda umana che offre un insegnamento e noi siamo orgogliosi di ricordarla”.
Nel merito è intervenuto anche l'ideatore della rassegna “Il Valore dell'Esperienza”, Michelangelo Iossa: “Questa rassegna racconta eccellenze e figure illustri della nostra terra, questa volta andiamo oltre perché entriamo nella spiritualità della nostra terra. Napoli è stata la prima città resistente del mondo e quindi ha cambiato il volto della storia e Salvo D'Acquisto è espressione dell'eroismo di un'intera città”.
Tra i relatori anche il Procuratore della Repubblica, Paolo Albano: “E' fondamentale questo ricordo. Ricordare Salvo D'Acquisto è ricordare un simbolo di coraggio, sacrificio, dedizione al dovere. E' stata l'espressione sublime del bene: salvò 23 persone dalla fucilazione autoaccusandosi, falsamente, di essere responsabile di un attentato che non c'era mai stato costringendo i tedeschi a fucilare il falso responsabile e non tutte quelle persone. Insegna i più alti valori della vita: la carità cristiana, il valore militare e il grande valore umano.