Benevento

Famiglie che non arrivano a fine mese, anziani indigenti e giovani stranieri senza occupazione. Cresce la povertà nel Sannio e assume forme diverse che emergono dal rapporto delle attività della Caritas diocesana di Benevento per l'anno 2024, presentato questa mattina presso l'Arcidiocesi di Benevento.
“In linea con i dati nazionali purtroppo la povertà è in aumento – ha spiegato il direttore Caritas, Pasquale Zagarese. Se il governo ci dice che è in aumento l'occupazione purtroppo si tratta di lavoro precario che produce il fenomeno “dell'impiegato povero”: famiglie monoreddito che hanno comunque uno stipendio ma non ce la fanno perché il costo di vita è aumentato e il potere d'acquisto è diminuito”.

Ad entrare ancor più nello specifico Maria Pia Mercaldo, dell'Osservatorio Caritas. “Se i dati 2024 indicano una lieve riduzione degli assistiti Caritas il dato deriva dal maggiore monitoraggio sulle persone che indicano un bisogno, per evitare che ci si approfitti della Caritas quando in realtà non c'è una reale esigenza, e un decentramento dei bisognosi presso le parrocchie. Dai dati emersi, però, c'è una concentrazione di persone in difficoltà di età vicina alla pensione: ultra sessantenni per i quali manca anche la possibilità di reinserimento nel mercato del lavoro. Le pensioni, inoltre, se ci sono, sono pensioni minime che con il caro vita non vanno d'accordo. C'è poi un incremento del numero di giovani stranieri approdati sul nostro territorio. Occorrono in sostanza soluzioni che possano essere messe in campo dal governo”.

E la Caritas sta provando a mettere in campo diversi progetti, oltre ai tradizionali mensa e dormitorio. Dalla formazione lavoro all'inclusione di ragazzi diversamente abili e detenuti di alta sicurezza e ancora la realizzazione di una comunità energetica rinnovabile sul territorio.

L'Arcivescovo Accrocca, invece, all'incontro ha voluto evidenziare come purtroppo “la crescita della ricchezza è sempre maggiormente riservata a poche persone. Prosegue l'aumento della distanza con la scomparsa del ceto medio. Segnali allarmanti per i quali serve un cambio di rotta culturale”.