A Castelnuovo del Garda (Verona), si è consumata una delle pagine più nere della cronaca italiana: Jessica Stapazzolo Custodio de Lima, 33 anni e madre di una bambina di dieci, è stata assassinata con un numero smisurato di coltellate dal suo ex compagno, Douglas Reis Pedroso, 41 anni, entrambi di origine brasiliana. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per una lunga serie di precedenti tra cui maltrattamenti, lesioni e perfino violenza ai danni della sorella della vittima, sarebbe stato sottoposto al braccialetto elettronico, misura da cui però si era liberato.

Jessica aveva già denunciato in passato il suo ex compagno per maltrattamenti, ritirando poi la denuncia. La sua esistenza, negli ultimi mesi, era stata scandita dalla paura e dalle minacce di quell’uomo col quale aveva condiviso un tratto di vita. La tragedia è avvenuta nell’appartamento dove Jessica aveva cercato rifugio. È stato proprio il suo assassino a chiamare i carabinieri, manifestando intenti suicidari e conducendo le forze dell’ordine verso il corpo della donna. L’arma del delitto è stata rinvenuta nella sua auto.

Quello di Jessica è il sessantacinquesimo femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno, una dimostrazione, come sottolineato dal presidente del Veneto Luca Zaia, della necessità di potenziare la prevenzione e i controlli, anche quando ci sono già misure cautelari in atto. I dati, sottolinea il sindacato Uil, restano drammatici nonostante le campagne di sensibilizzazione e le leggi esistenti. La comunità locale, le istituzioni e l’opinione pubblica sono profondamente scossi: ancora una volta una giovane donna perde la vita in un’ordalia di violenza che forse si sarebbe potuta evitare. Oggi si piange Jessica, il suo sorriso, la sua voglia di ricominciare, la speranza di proteggere sua figlia da quell’incubo che, purtroppo, è diventato realtà.