C’è una nuova ondata di calcioscommesse che travolge il mondo del pallone italiano. Sono sette gli indagati nell’inchiesta sfociata ieri mattina nell’operazione “Penalty” eseguita dai dai carabinieri del Comando provinciale reggino e dai finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma. Per tutti la contestazione è di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive. Il blitz è iniziato nella mattinata di ieri, quando i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica. L’inchiesta riguarda il mondo del calcio e, in particolare, le serie minori. Secondo l’accusa, era presente una associazione a delinquere, promossa e diretta da un arbitro della Sezione di Reggio Calabria delle categorie Primavera, Primavera 2 e Serie C, il quale dirigeva l’arbitraggio di diversi incontri calcistici.
Salernitana-Virtus Entella nel mirino
Come riporta “La Città di Salerno” nell’articolo a firma di Alessandro Mosca, sotto la luce dei riflettori l’arbitro Luigi Catanoso, ora agli arresti domiciliari. E nel mirino delle sue prestazioni da fischietto in campo anche Salernitana-Virtus Entella del 9 marzo 2024. La Salernitana Primavera vinse 2-1 una gara controversa, con ben tre calci di rigori, un cartellino rosso, una punizione a due in area per gli ospiti. Il motivo? Il sistema alle spalle di Catanoso che puntava ingenti somme sull’esito “over” di alcune sfide, ovvero con più di tre gol per poter incassare le vincite. A Catanoso il compito di permettere che cadessero gol a grappoli sulle gare determinate a tavolino con la sua "cricca". Bene precisare che non è emerso il diretto coinvolgimento di calciatori e società e che in questo caso la Salernitana sarebbe solo parte lesa. Sulla sfida del Volpe sono ancora in corso gli accertamenti.
"Si scommetteva sull'over"
Il Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Borrelli, ne ha parlato in conferenza stampa: «Due soggetti toscani facevano parte del sodalizio, sia per organizzare le scommesse sia per avere introiti. Truccate 4 partite allo stato attuale, il meccanismo non prevedeva il coinvolgimento di calciatori, ma si realizzava attraverso la corruzione di arbitri, che arbitravano la gara per organizzarla anche dal punto di vista numerico, oltre che sulla vittoria di una delle squadre, anche sul numero di reti segnate. In media le partite venivano alterate attraverso la concessione di calci di rigore, soprattutto nelle partite in cui si scommetteva per l’over», ha spiegato Borrelli.