di Paola Iandolo
Due anni di reclusione con pena sospesa. Questa la condanna inflitta ad un imprenditore agricolo dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino per la morte di Antonio Maffettone, operaio 29enne deceduto sul lavoro. La Procura di Avellino e la parte civile (gli avvocati Carolina Schettino e Antonio Iannaccone) hanno ottenuto la condanna per la morte di un giovanissimo operaio avvenuta nel 2020. Il giovane morì a causa delle ferite riportate nell’incidente con il trattore che stava guidando in una zona rurale di Lauro.
Il pm Chiara Guerriero, sostituto della Procura di Avellino ha chiesto una condanna a due anni e otto mesi nei confronti del titolare dell’impresa alle cui dipendenze era Antonio Maffettone, operaio florovivaista, sbalzato dal mezzo e deceduto per i traumi riportati. Il Gup Paolo Cassano aveva rinviato a giudizio l’imprenditore, difeso dall’avvocato Francesco Turco. Secondo le indagini dei Carabinieri, come ricordato in aula sia dalla Procura che dalle parti civili, l’ imputato era responsabile di omicidio colposo e della violazione di una serie di norme in materia di lavoro.
L’incidente era avvenuto il primo dicembre 2020, quando Maffettone, alla guida del trattore insieme ad un altro operaio che si trovava sul rimorchio dello stesso mezzo agricolo, stava trasportando alcune piantine di nocciole espiantate dalla proprietà dell’indagato in altro terreno sempre di proprietà dello stesso. Durante il tragitto, mentre il veicolo si trovava su una strada con una pendenza fra il 15 e 20%, Maffettone aveva cercato di prendere dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette e, così facendo, avrebbe perso il controllo del mezzo che, quindi, si era ribaltato ed era precipitato lungo la scarpata, schiacciando il giovane operaio, sbalzato fuori del mezzo, a causa della rimozione dallo stesso delle porte laterali.
La famiglia di Maffettone si è costituita parte civile ed è difesa dagli avvocati Carolina Schettino e Antonio Iannaccone. Nella discussione, l’avvocato Schettino ha richiamato la testimonianza in aula dell’altro operaio coinvolto nell’incidente: “Questi ha confermato che né lui né Antonio avevano mai ricevuto alcuna formazione per l’utilizzo del trattore, non sapendo neppure cosa fosse un corso di formazione, o cosa fossero i dispositivi individuali di protezione, se quel trattore fosse omologato per uno o per due, a cosa servissero le porte laterali che sono state rimosse”.
Nella sentenza emessa dal tribunale di Avellino l'imprenditore è stato condannato al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro per la mamma del giovane deceduto e di 40mila euro ciascuno dei suoi fratelli. La famiglia di Antonio Maffettone ha già ottenuto - grazie ad una impugnazione della prima bocciatura- un riconoscimento da parte dell’Inail per la morte del ventinovenne durante una giornata lavorativa senza alcun dispositivo di protezione e senza un'adeguata formazione sui rischi legati alla guida del trattore.