Ariano Irpino

Convincono padre e figlia a recarsi in caserma a Grottaminarda spacciandosi per carabinieri e alla madre di quest'ultima a restare in casa, dove nel frattempo sarebbe dovuto avvenire un controllo con metal detector agli oggetti d'oro in possesso. Una scena quasi da film, non nuova purtroppo quella che ha visto coinvolta una famiglia di Ariano Irpino, in pieno giorno e in una zona centrale della città.

Il racconto è allucinante. A parlare è la figlia della coppia: 

"I miei genitori di 70 e 81 anni hanno ricevuto una telefonata sul numero fisso. Dall'altra parte, una persona che si è qualificata come un maresciallo dei carabinieri. La targa di sua figlia, è stata clonata e applicata su un'altra auto che dovrà compiere una rapina in una gioielleria ad Avellino. Dovete recarvi urgentemente a Grottaminarda, dobbiamo tutelarvi. Io e mio padre, partiamo seppur increduli. Un viaggio interminabile con il telefono sempre in comunicazione attiva senza la possibilità di poter in alcun modo interromperla con chi ci stava guidando da Ariano a Grottaminarda. Ci guardavamo in faccia senza parlare in macchina. Quasi a dire, ma dove stiamo andando. La preoccupazione era per mia madre, di 81 anni, rimasta nel frattempo sola e preoccupata con la quale non potevamo comunicare in alcun modo. Ed è li che nel frattempo, si stava consumando tutto. Tempestata di telefonate anche lei, e successivamente al citofono, fino a quando purtroppo ha aperto la porta ad uno sconosciuto che l'ha invitata a tirare fuori tutti gli oggetti d'oro e a metterli su un panno bianco sul letto per poter essere fotografati e "comparati". Tutto falso. L'uomo senza usare violenza ha preteso anche la catenina che aveva al collo. Ha poi chiesto banconote, qualche migliaio di euro di risparmi ma dopo aver intuito che stava per essere spogliata di tutto, mia madre non ha ceduto alla richiesta dell'uomo, un giovane snello, tenuta sportiva e alto circa due metri. Come un fulmine, dopo aver raggiunto il suo scopo si è impossessato della refurtiva, compreso l'oro nella mia camera, ha aperto la porta e si è dileguato".

Nel frattempo i veri carabinieri di Grottaminarda, hanno allertato i colleghi di Ariano Irpino, i quali insieme al capitano Ludovica Arrabito, hanno raggiunto la palazzina della malcapitata, dove sono ritornati dopo quel viaggio da incubo anche figlia e marito della donna. 

Un bottino che alla fine si aggira intorno ai 30.000 euro insieme all'amarezza di aver sbagliato tutto e di non aver avuto la prontezza di chiamare immediatamente il 112 evitando così di spostarsi a Grottaminarda, tempo questo che ha permesso ai truffatori di mettere a segno il loro piano con grande facilità e rapidità di azione.

"I carabinieri sono stati particolarmente sensibili a partire dal capitano, persona dolcissima - ci dice la donna - per noi è stata come una lezione di vita questa brutta storia, difficile da dimenticare in fretta. Non abbiamo avuto il tempo di capire nulla. Mio padre che di carattere è attento e scrupoloso in tutto si è lasciato prendere dalla paura e alla fine siamo caduti nella trappola entrambi". E non è stato l'unico caso. I tentativi ad opere probabilmente della stessa banda, sono stati diversi nelle ultime ore ad Ariano Irpino, fortunatamente non andati a segno.

I carabinieri raccomandano ancora una volta di non rispondere al telefono a persone sconosciute, soprattutto quando si spacciano per marescialli o avvocati.

Nessuna forza dell'ordine chiama nelle abitazioni come accaduto a questa coppia per effettuare foto di oro e banconote. I lestofanti sono continuamente in agguato studiando sempre nuovi metodi fino ad imbambolare le vittime. Da qui la campagna di sensibilizzazione dell'Arma rivolta soprattutto alle persone anziane che non cesserà minimamente. Attenzione dunque altissima per evitare che possa succedere ancora.

Le truffe sono un fenomeno molto diffuso e prendono di mira soprattutto le persone fragili o anziane, lasciando in loro dei segni indelebili. Oltre al danno economico e al trauma psicologico dell’invasione del proprio spazio, le vittime subiscono, infatti, anche il senso di colpa di essere stati raggirati. I truffatori approfittano proprio della sensibilità emotiva e della fragilità fisica degli anziani per conquistarne la fiducia, con i metodi più disparati.

Per non cadere in questi raggiri, spesso è sufficiente prendere alcune precauzioni. Non fidatevi delle apparenze e seguite questi consigli.

Truffa sei finti appartenenti alle forze dell'ordine

Una telefonata di un finto appartenente alle forze dell’ordine o di un finto avvocato fa credere alla vittima che un proprio parente sia rimasto coinvolto in un incidente stradale o che sia stato arrestato. Alla vittima verrà richiesta una somma di denaro a titolo di corrispettivo per fornire assistenza sanitaria o legale alla persona cara in difficoltà. Se la persona truffata accetta, l’interlocutore comunica che di lì a breve un assistente o un Carabiniere in borghese si recherà presso l’abitazione per ritirare il denaro contante. 

Consigli:

Diffida delle apparenze, non aprire mai la porta agli sconosciuti, non fidarti del solo tesserino di riconoscimento: non basta! Ricorda che le forze dell’ordine non chiedono mai denaro per assistere i cittadini.

Truffa del finto nipote

I truffatori chiamano la vittima al telefono, iniziando la conversazione con frasi trabocchetto come “Indovina un po’ chi parla!” o “Zia/o, ti ricordi di me?”. In questo modo cercano di cogliere il nome di un parente o di un conoscente. Fingendo di essere questa persona, raccontano di aver urgente bisogno di denaro per gravi motivi, ma che non sono in grado di passare a ritirare i soldi. Se la vittima accetta, l’interlocutore comunica che di lì a breve un amico si recherà presso l’abitazione a ritirare la somma o invita la vittima a fare un bonifico sul proprio conto.

Consigli: 

Diffida delle apparenze, non aprire mai la porta agli sconosciuti, non fidarti del solo tesserino di riconoscimento: non basta! Limitate la confidenza al telefono: in caso di persone che si presentano come parenti e vi chiedono denaro, prendete tempo e chiamate il numero unico di emergenza 112 o un parente

Truffa dei finti rappresentanti compagnie di fornitura 

Il truffatore si presenta a casa della vittima spacciandosi per rappresentante di una compagnia fornitrice di servizi (acqua, luce o gas), informando la vittima di nuove e più vantaggiose condizioni contrattuali. Con questo stratagemma, il malintenzionato ottiene la fiducia della vittima per raccoglierne i dati, successivamente utilizzati per aprire nuovi contratti a suo nome ma senza il suo consenso.

Consigli:

Diffida delle apparenze, non aprire mai la porta agli sconosciuti, non fidarti del solo tesserino di riconoscimento: non basta! Contatta la compagnia di fornitura ai numeri di telefono presenti sulle bollette (non chiamare utenze telefoniche fornite dallo sconosciuto alla porta). Non firmare nulla e chiedi sempre consiglio a persone di fiducia più esperte.

Truffa finti tecnici compagnie di fornitura. La truffa del congelatore

I truffatori, travestiti da tecnici dell’acqua o del gas, si presentano alla porta della vittima riferendo che in casa c’è un grave problema da risolvere immediatamente. Sfruttando l’ansia e la preoccupazione della vittima, i truffatori la invitano a proteggere i propri beni preziosi da potenziali fughe di gas o altre minacce, mettendoli al sicuro in un sacchetto all’interno del congelatore, che poi abilmente sottraggono.

Consigli:

Diffida delle apparenze, non aprire mai la porta agli sconosciuti, non fidarti del solo tesserino di riconoscimento: non basta! Contatta la compagnia di fornitura. Se hai fatto entrare sconosciuti in casa, non farti distrarre e, senza perdere la calma, invitali con decisione ad uscire. Ricorda che nessun ente o società manda i propri dipendenti in visita a domicilio per riscuotere pagamenti. Tutte le aziende di servizi (gas, luce, acqua e telefono) annunciano sempre il loro arrivo con avvisi al condominio, comunicati molto tempo prima.

Truffa del call center

Il truffatore contatta telefonicamente la vittima, spacciandosi per un call center. Il finto operatore fa domande banali per indurre la vittima a rispondere con un “sì”, che verrà poi estrapolato e utilizzato come forma di assenso per l’attivazione di un nuovo contratto di fornitura. La vittima si accorge della truffa al momento della ricezione della prima bolletta.

Consigli: 

Diffida delle apparenze, se non si comprende l’identità della persona chiamante, dovete fare domande ed evitare di rispondere fornendo i propri dati personali. In caso di contratto o attivazione non richiesti, inviare un reclamo scritto al fornitore con raccomandata A/R o pec. Limitate la confidenza al telefono: in caso di persone che si presentano come parenti e vi chiedono denaro, prendete tempo e chiamate il parente che sostiene di avervi contattato, per verificare che lo abbia effettivamente fatto o il numero unico di emergenza 112.

Truffa della falsificazione dell’identità

Il truffatore contatta la vittima attraverso un finto call center utilizzando, grazie ad appositi programmi informatici, numeri di telefono corrispondenti ai numeri verdi degli istituti bancari. Carpita la fiducia della vittima e ottenute le credenziali di accesso al conto corrente, procede a spostare il denaro su appositi conti dotati di carte virtuali.

Consigli:

Non condividere telefonicamente i dati personali né quelli di accesso al conto corrente. Limitate la confidenza al telefono: in caso di persone che vi chiedono denaro, prendete tempo e chiamate il numero unico di emergenza 112.