Avellino

L’Irpinia, terra storicamente ricca di sorgenti, vive oggi una crisi idrica strutturale che non può più essere derubricata a emergenza stagionale.

Come ha evidenziato il geologo Sabino Aquino, le cause principali risiedono nella progressiva riduzione della ricarica naturale degli acquiferi, dovuta al mutamento climatico e alla quasi totale scomparsa delle nevicate, ma anche e soprattutto nella cattiva gestione del sistema idrico e nella mancanza di manutenzione ordinaria delle infrastrutture.

Nonostante la riduzione delle precipitazioni, la disponibilità complessiva di acqua nelle sorgenti irpine resta significativa. Ciò che manca è una gestione efficiente, coordinata e trasparente.

"Impianti vetusti, pompe senza ricambi, serbatoi in perdita e condotte colabrodo continuano a disperdere risorse e a trasformare l’inefficienza in emergenza.

A complicare il quadro è stata la creazione dell’Ato unico regionale e dei relativi distretti, che hanno di fatto indebolito il potere decisionale dei territori sorgentizi, ponendoli in condizione di dipendenza gerarchica da Napoli e Salerno.

Il risultato è un sistema frammentato, in cui le tariffe non rispecchiano la realtà delle fonti e dove le comunità che custodiscono le sorgenti pagano spesso più di chi ne beneficia a valle".

Il comitato “Uniamoci per l’Acqua” chiede con forza:

1. Una regia unica regionale del servizio idrico integrato, con criteri di perequazione tariffaria e una pianificazione che superi le logiche distrettuali.

2. Un piano straordinario di manutenzione di impianti, serbatoi e sollevamenti, con la dotazione obbligatoria di elettropompe di riserva e sistemi di monitoraggio in tempo reale.

3. Ristori vincolati e controllati per i Comuni-sorgente, da destinare esclusivamente alla tutela degli acquiferi, alla depurazione e al rifacimento delle reti.

4. Trasparenza totale, con la pubblicazione online, in tempo reale, di dati su portate, guasti, tempi di intervento e costi di gestione.

Il comitato sottolinea che non bastano più le promesse pre-elettorali né gli annunci di circostanza. Serve un impegno immediato e verificabile da parte delle istituzioni regionali e nazionali, e un confronto aperto con i sindaci dei territori interessati.

“L’acqua è una risorsa pubblica e un diritto essenziale - dichiara il Comitato - L’Irpinia non può continuare a subire scelte calate dall’alto. Chiediamo fatti, atti amministrativi concreti, risorse certe e una governance che restituisca dignità e voce ai territori sorgentizi".