Avellino

Alcuni studi suggeriscono che la tiroidite di Hashimoto potrebbe modificare le caratteristiche tumorali e influenzare la prognosi dei pazienti affetti da carcinoma papillare della tiroide. L’obbiettivo dello studio era di valutare le caratteristiche cliniche, patologiche, e i risultati al lungo termine dei pazienti operati per un carcinoma papillare della tiroide, in funzione della presenza o no di una tiroidite di Hashimoto.

Si tratta di uno studio retrospettivo includente tutti i pazienti operati per un carcinoma papillare della tiroide tra il gennaio 2004 e il dicembre 2023 in un centro di chirurgia endocrinologica. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: con tiroidite di Hashimoto (CPT-TH), e senza tiroidite di Hashimoto (CPT-non TH). Sono stati inclusi 5.812 pazienti.

L’età media era di 50 anni, con il 79% di donne. Il gruppo carcinoma papillare della tiroide – tiroidite di Hashimoto (CPT-TH) presentava dei tumori di più piccola taglia, minore invasione extra-capsulare e uno stadio meno avanzato, con una ratio ghiandolare metastatica più debole.

La multi-focalità e la bilateralità erano invece più frequenti. Il tasso di recidive era significativamente più debole nel gruppo CPT-TH. Il carcinoma papillare della tiroide associato a una Tiroidite di Hashimoto sembra presentare un profilo meno aggressivo e una prognosi migliore malgrado la multi-focalità.

L’ipotesi fisiopatologica sarebbe che l’infiammazione da auto-immunità potrebbe avere un’azione anti-tumorale. Questa ipotesi è stata sempre sostenuta nel nostro ambulatorio quando la presenza di anticorpi anti-tiroide (AATG e AATPO) elevati nella tiroidite di Hashimoto è stata considerata come una protezione relativa riguardo all’evoluzione in senso neoplastico di noduli associati alla tiroidite di Hashimoto.

L'autore è Medico - Endocrinologo