Aggiornamento: Nicolas Sarkozy è tornato in libertà. la sua auto ha lasciato l’istituto penitenziario della Maison de la Santé. La domanda di scarcerazione dell'ex capo dello Stato è stata accolta dal tribunale delle libertà dopo che la procura aveva chiesto la rimessa in libertà vigilata con il divieto per l'ex presidente di qualsiasi forma di contatto con gli altri imputati e testimoni nel dossier libico. Gli sarà interdetto anche di incontrare il ministro della Giustizia Darmanin, che gli aveva fatto visita in carcere – tra le polemiche – il 29 ottobre. All'udienza erano presenti gli avvocati, i figli e la moglie Carla Bruni. Sarkozy si è collegato dal carcere della Santé dove vive in isolamento dal 21 ottobre. «E' stata dura, molto dura. Voglio rendere omaggio al personale penitenziario, per la loro umanità, che mi hanno aiutato a sopportare questo incubo».

Parigi. Nel corso dell’udienza, i magistrati hanno chiesto alla Corte d’appello di concedere la libertà vigilata a Nicolas Sarkozy. La misura prevedrebbe una serie di limitazioni, tra cui il divieto di comunicare con altri indagati e l’obbligo di dimora. Secondo la procura, non sussistono più i motivi per mantenere la custodia cautelare, pur riconoscendo la gravità delle accuse. La Corte d’appello di Parigi è riunita in camera di consiglio per valutare la posizione dell’ex presidente. La decisione è attesa nel primo pomeriggio. In caso di accoglimento della richiesta, Sarkozy potrebbe essere liberato già in giornata e sottoposto a controllo elettronico o domiciliari. Se invece la Corte dovesse rigettare l’istanza, l’ex presidente resterà nel penitenziario parigino di La Santé fino alla prossima udienza. Durante l’udienza, Sarkozy ha definito l’esperienza del carcere «molto dura e logorante». Ha ribadito di non aver mai chiesto o accettato fondi dal regime di Gheddafi, parlando di un’ingiustizia che «mette alla prova la fiducia nelle istituzioni». Ha raccontato di giornate scandite da silenzi e isolamento, in una cella di pochi metri, sottolineando come «la prigione lasci segni profondi su ogni uomo».

Il caso giudiziario

L’ex presidente è stato condannato per aver ricevuto fondi illeciti provenienti dalla Libia di Muammar Gheddafi per la campagna elettorale del 2007. Il tribunale di Parigi ha inflitto una pena di cinque anni, di cui due con sospensione condizionale, disponendo l’esecuzione immediata della parte restante. Si tratta di un caso senza precedenti nella storia della Quinta Repubblica, che ha aperto un dibattito politico e giudiziario sull’indipendenza della magistratura e sui limiti della custodia cautelare per figure istituzionali. Se la Corte d’appello accoglierà la richiesta della procura, Sarkozy potrebbe essere rilasciato nelle prossime ore, con obblighi di firma e controllo. In caso contrario, resterà detenuto in attesa della revisione del processo in Cassazione. L’esito dell’udienza odierna avrà un peso decisivo anche sul piano politico, segnando un nuovo capitolo nella parabola di uno dei leader più controversi della scena francese.