Avellino

di Paola Iandolo 

SOS Impresa Avellino prende atto della decisione con cui il gup, Mauro Tringali ha escluso l’associazione dalla costituzione di parte civile nel processo denominato “Dolce Vita”, ritenendo "non sussistente un collegamento diretto tra i reati contestati e le finalità statutarie dell’associazione, considerate circoscritte alla tutela delle vittime di estorsione e usura". L’associazione ritiene che la propria missione non si esaurisca nella protezione degli imprenditori colpiti da estorsione o usura. "La difesa della libertà economica, della concorrenza leale e dell’equilibrio del mercato rappresenta un elemento centrale dell’oggetto sociale. La tutela dell’imprenditore vittima nasce anche dal bisogno di preservare un contesto economico sano, in cui procedure pubbliche e dinamiche concorsuali non siano compromesse da condotte criminali che distorcono la competizione e ostacolano la libera iniziativa" ha precisato l'avvocato Francesco Saverio Pugliese.

"Nel processo “Dolce Vita” vengono contestati, tra gli altri, reati relativi all’alterazione di gare e procedure di affidamento di opere pubbliche. Tali condotte incidono direttamente sulla trasparenza del mercato e sui principi che l’associazione difende da sempre. SOS Impresa Avellino ravvisa quindi un interesse concreto e diretto che, a suo giudizio, legittimava la richiesta di costituzione di parte civile. L’associazione proseguirà nel proprio ruolo a tutela degli imprenditori e dell’economia legale e valuterà ogni iniziativa utile a vedere riconosciuta la centralità del proprio impegno nella difesa del tessuto produttivo e della concorrenza libera da condizionamenti criminali" ha concluso l'avvocato dell'associazione antiracket.