Una mail inviata il 17 ottobre dal gabinetto del Ministero della Cultura al Tesoro ha acceso un caso politico destinato a lasciare strascichi. Nel messaggio, i tecnici di via del Collegio Romano avrebbero elencato i capitoli di spesa da limare per contribuire al risanamento dei conti pubblici. Tra questi, spicca il Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo, per il quale veniva ipotizzata una riduzione fino a 240 milioni nel 2026 e quasi 300 nel 2027. Numeri nettamente più alti di quelli poi inseriti nella legge di Bilancio, solo grazie — secondo fonti di Repubblica — all’intervento correttivo del Ministero dell’Economia, che avrebbe attenuato i tagli “per evitare di mettere in ginocchio le imprese del settore cinematografico”. Il documento trapelato è stato interpretato come la conferma di una linea politica precisa del ministro Alessandro Giuli, accusato da più parti di voler “colpire un comparto percepito come vicino alla sinistra”. Secondo gli ambienti produttivi, si tratterebbe di una scelta “ideologica e miope”, destinata a penalizzare una delle industrie culturali più vitali d’Europa, capace di generare occupazione, indotto turistico e immagine internazionale. Dalla maggioranza, per ora, nessuna presa di posizione ufficiale, ma il clima resta incandescente dentro e fuori il Parlamento.

Le opposizioni: “Serve chiarezza, il ministro riferisca subito”

Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra hanno chiesto la convocazione urgente di Giuli alle Camere, denunciando “un doppio linguaggio tra dichiarazioni pubbliche e azioni concrete”. “Ci metta la faccia e spieghi nelle sedi opportune”, ha detto la deputata Ilaria Cialini (Pd), mentre il senatore Nicola Fratoianni (Avs) ha parlato di “una gestione opaca e culturalmente vendicativa delle risorse pubbliche”. Anche dal mondo del cinema si alzano voci di allarme: “Ridurre i fondi in questa fase significa cancellare il lavoro di centinaia di professionisti”, ha commentato il regista Paolo Virzì. Per arginare la crisi politica e rassicurare il comparto, Giuli incontrerà oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Sul tavolo, la possibilità di rivedere la programmazione dei fondi triennali e di garantire continuità alle produzioni già finanziate. Intanto, il Mic ribadisce in una nota ufficiale che “nessuna decisione definitiva sui tagli è stata presa” e che “il Fondo Cinema resta strategico per la crescita dell’industria culturale italiana”. Ma la mail del 17 ottobre, ormai pubblica, pesa come un macigno sulla credibilità del ministro e apre un nuovo fronte tra governo e mondo della cultura.