Di seguito pubblichiamo l'intervento del professore Gerardo Canfora, già rettore dell'Università del Sannio, che intende fare chiarezza sul ruolo delle Università e Its, ovvero gli istituti tecnici superiori e in particolare sul fatto che entrambi non sono in competizione, anzi...

Da qualche anno si parla sempre più spesso degli ITS, gli Istituti Tecnologici Superiori (oggi “Academy”), come del “nuovo motore” della formazione tecnica italiana. Un riconoscimento meritato, ma che ha finito per alimentare, almeno nel dibattito pubblico, un’idea sbagliata: quella secondo cui ITS e Università sarebbero alternativi, mondi paralleli e in competizione, impegnati a contendersi gli stessi giovani. Niente di più fuorviante. 
In realtà, Università e ITS non sono rivali, ma complementari. Si muovono su piani diversi, con obiettivi e destinatari differenti, e proprio per questo possono e devono cooperare all’interno di un’unica filiera formativa, capace di offrire risposte diversificate alle aspirazioni dei giovani e, al contempo, ai bisogni di un’economia complessa e in continua trasformazione.
L’Università resta la sede naturale della formazione teorica, della ricerca, dell’analisi critica: forma progettisti, analisti, dirigenti, ricercatori capaci di leggere la realtà, innovare e governare i processi. Gli ITS, invece, nascono per fornire competenze tecniche e operative di alto livello, con un’impostazione marcatamente applicativa.
Queste differenze emergono chiaramente anche dai percorsi personali degli studenti. Qualche giorno fa, durante le selezioni per il corso “Cloud, AI, Cybersecurity, Data Analysis” dell’ICT-Campus ITS Academy, un breve sondaggio informale condotto fra i circa cinquanta partecipanti ha restituito un dato eloquente: solo quattro avevano appena terminato la scuola superiore. Tutti gli altri provenivano da esperienze lavorative diverse, da studi universitari interrotti o da lunghi periodi di inattività.
Un segnale chiaro: i bacini di utenza non si sovrappongono. Gli ITS non “rubano” studenti all’Università, ma intercettano percorsi discontinui, desideri di riqualificazione, bisogni di ripartenza.
Nel mondo del lavoro contemporaneo non esiste più una sola traiettoria di competenza. Le imprese sanno di aver bisogno di una pluralità di profili; un’azienda competitiva, infatti, non può fare a meno né di chi progetta nuove tecnologie, né di chi le sa applicare, integrare e manutenere. In questo senso, ITS e Università non rappresentano due vie alternative, ma due anelli della stessa catena del valore della conoscenza.
Il vero salto di qualità per il sistema formativo italiano sarebbe riconoscere e valorizzare questa complementarità, costruendo una filiera integrata dell’istruzione post-secondaria. Una filiera in cui scuola, ITS, Università e corsi di dottorato dialoghino stabilmente, condividano esperienze, orientino gli studenti in modo realistico e personalizzato, e si riconoscano come parte di un unico ecosistema dell’apprendimento. Senza facili scorciatoie, senza sovrapposizioni, e soprattutto senza improbabili passerelle da un percorso all’altro. Solo un sistema educativo che si riconosca plurale ma coordinato può rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più frammentato e mutevole, ma anche alle diverse vocazioni e aspirazioni dei giovani.
Perché non tutti cercano la stessa cosa, e non tutti imparano allo stesso modo. Tutti, però, meritano un percorso formativo di qualità, che sappia valorizzare il loro talento.

Gerardo Canfora
Professore all’Università del Sannio
e Presidente di ICT-Campus ITS Academy