La riunione del Consiglio supremo di difesa, durata tre ore e mezza nelle sale del Quirinale, ha confermato in modo netto il sostegno dell’Italia all’Ucraina. Attorno al tavolo con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella erano presenti la premier Giorgia Meloni, i ministri Tajani, Piantedosi, Crosetto, Giorgetti, Urso e il Capo di Stato maggiore della difesa, generale Luciano Portolano. Il messaggio politico, diffuso dal Colle in serata, chiarisce che non ci saranno passi indietro sull’impegno italiano nonostante le recenti frizioni nella maggioranza alimentate dalle posizioni di Matteo Salvini sugli aiuti a Kiev.
Il nuovo invio di armi e il nodo Purl
Nel comunicato del Quirinale è stato confermato il dodicesimo decreto di aiuti militari, che prevede la prosecuzione dell’invio di sistemi d’arma a sostegno della difesa ucraina. La nota richiama anche il contesto europeo e atlantico, sottolineando la necessità di continuare a partecipare ai programmi comuni. Tra questi rientra il Purl, il piano di approvvigionamento di armi statunitensi da parte dei Paesi NATO, sul quale nei giorni scorsi il governo aveva mostrato prudenza. Il riferimento contenuto nel documento del Consiglio appare come un invito a mantenere coerenza con le scelte dell’Alleanza, soprattutto in vista della futura ricostruzione dell’Ucraina.
Droni russi e spazio aereo NATO
L’escalation sul fronte dei droni rappresenta uno dei passaggi più delicati discussi al Quirinale. Negli ultimi mesi, diverse incursioni di velivoli russi hanno attraversato aree sensibili dello spazio aereo europeo, mettendo in allerta i Paesi della NATO. Secondo il Consiglio, queste violazioni hanno mostrato la prontezza dell’Alleanza ma, allo stesso tempo, evidenziano la necessità per l’Europa di potenziare le proprie capacità tecnologiche e operative. Il riferimento va ai progetti di innovazione del Libro bianco per la difesa 2030, ritenuti essenziali per fronteggiare scenari sempre più complessi.
La minaccia ibrida e il ruolo dell’intelligenza artificiale
L’allarme non riguarda solo l’ambito militare. Al Quirinale è stata ribadita la preoccupazione per la cosiddetta minaccia ibrida proveniente dalla Russia e da altri attori ostili. Si tratta di un insieme di operazioni che spaziano dalla disinformazione alla manipolazione dei processi democratici, fino all’uso malevolo dell’intelligenza artificiale per diffondere contenuti polarizzanti. Il Consiglio ha sottolineato come questa forma di aggressione, silenziosa ma capillare, richieda strategie coordinate e aggiornate alla velocità dell’evoluzione digitale.
Democrazia, istituzioni e guerra cognitiva
Nel corso della riunione si è affrontato anche il tema delle campagne di fake news, definite una vera e propria manipolazione dello spazio cognitivo europeo. Il rischio è quello di indebolire il rapporto di fiducia dei cittadini con le istituzioni, alimentando divisioni interne e creando vulnerabilità politiche. Attorno al tavolo erano presenti anche il sottosegretario Alfredo Mantovano, il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti e il consigliere Francesco Saverio Garofani, a conferma della natura trasversale e strategica del dossier.
Focus su Gaza e sul processo di pace
L’ultimo capitolo della riunione ha riguardato la crisi mediorientale. Il Consiglio ha espresso forte preoccupazione per le vittime civili nella Striscia di Gaza e ha ribadito che una soluzione duratura non può che passare attraverso un quadro regionale e multilaterale, fondato sul riconoscimento dei due Stati. Una posizione in continuità con la diplomazia italiana ed europea, che guarda alla stabilità dell’area come a un tassello indispensabile della sicurezza globale.
Una fotografia aggiornata della sicurezza internazionale
La seduta restituisce l’immagine di un sistema internazionale in cui i conflitti tradizionali si intrecciano con minacce tecnologiche, strategie ibride e propaganda digitale. Dal Quirinale arriva un messaggio di stabilità: l’Italia mantiene salda la rotta su Kiev, rafforza l’impegno nelle alleanze e prepara gli strumenti per difendere il proprio spazio democratico.