La villa un tempo di proprietà di Gaetano Darione, noto esponente del temuto clan dei Casalesi, è stata finalmente sgomberata a Casal di Principe (Caserta), segnando un nuovo, concreto passo nella restituzione dei beni mafiosi alla collettività. L'operazione, coordinata dalla Questura di Caserta con il supporto di Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Locale, è avvenuta nella giornata di oggi, 18 novembre, per liberare l'immobile da un nucleo familiare di tre persone che lo occupava senza alcun titolo legittimo. L'intervento non è stato privo di tensione: gli occupanti hanno inizialmente opposto resistenza, ma la situazione è stata rapidamente riportata alla calma, permettendo l'allontanamento definitivo delle tre persone e il ripristino della legalità.
Dalla Pressione Criminale all'Ambito Sociale
L'azione si è concentrata sulla villa di Darione, precedentemente confiscata alla criminalità organizzata. Prima di procedere, le forze dell'ordine hanno dovuto staccare tutte le utenze domestiche. Una volta sgomberata, la proprietà è stata subito assegnata al Comune di Casal di Principe dall'Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC).
L'intenzione dell'amministrazione comunale è chiara e carica di significato: trasformare l'ex covo del clan nella probabile nuova sede dell'Ambito Sociale di zona, l'ente intercomunale vitale per garantire servizi ai cittadini e sostegno alle fasce più deboli. Un simbolo potente di come un bene sottratto all'illegalità possa diventare un pilastro per il welfare e la legalità diffusa.
Setola Scampa, ma Solo per un "Inghippo"
Parallelamente, era prevista per la stessa giornata anche un'operazione simile per la villa confiscata a Giuseppe Setola, l'ex capo dell'ala stragista dei Casalesi, noto per le sue condanne a numerosi ergastoli, inclusa la tristemente celebre strage dei ghanesi a Castel Volturno.
Tuttavia, lo sgombero dell'immobile di Setola, attualmente occupato abusivamente da due persone, è saltato a causa di un difetto di notifica. Non si tratta di un annullamento, ma di un rinvio: l'operazione verrà effettuata non appena verrà superato l'ostacolo procedurale.
La confisca e la successiva riassegnazione di questi beni rappresentano l'atto finale di un lungo processo giudiziario e amministrativo. Il fatto che un bene sottratto alla logica della sopraffazione e della violenza mafiosa venga destinato a diventare un centro di assistenza per la comunità non è solo un atto burocratico, ma la dimostrazione tangibile di una lenta, ma inesorabile, rinascita del territorio campano. L'attesa per la liberazione definitiva della villa di Setola si aggiunge ora a questo percorso, ribadendo l'impegno costante delle istituzioni a smantellare il potere economico dei Casalesi fino all'ultima proprietà.