Napoli

"La riforma della giustizia? Voterò 'no' perché è una riforma che non serve assolutamente a nulla. La gente non vuole essere costretta a rivolgersi a un capomafia per avere una sentenza, vuole una giustizia più veloce. E questa riforma non c'entra nulla. Se ogni anno solo 30 magistrati cambiano carriera, e quando lo chiedono e lo ottengono devono cambiare regione, è evidente che è un falso problema".

Lo ha detto Nicola Gratteri intervenendo all'evento per i 70 anni de L'Espresso in corso a Palazzo Brancaccio, a Roma. Per il procuratore capo di Napoli, la riforma "non risolverà i problemi della giustizia. Il manifesto del 'no' è quando Nordio dice alla Schlein che quando sarà al potere servirà anche a loro. Questa è già una risposta esplicita".

Se con la riforma ci sarà un pm più forte? "Io voglio un pm tranquillo e sereno per cercare le prove. Il motivo vero è portare il pm sotto le dipendenze del ministero della Giustizia e dell'esecutivo. Visto che tutte le riforme tendono a non toccare i reati dei cosiddetti colletti bianchi, facciamo prima: aboliamo corruzione, concussione e peculato e lasciamo il resto del codice penale per contrastare efficacemente gli altri reati". E in merito al sorteggio del Csm: "Il referendum è un pacchetto unico: sì o no. Ci sono due temi fondamentali: la separazione delle carriere e i due Csm composti con sorteggio.

Per me- ha proseguito Gratteri- è preminente che il pm stia nella stessa giurisdizione del giudice, che abbia la stessa cultura. Il sorteggio viene dopo. Se voto 'sì', ci sarà sia il sorteggio ma anche il pm sotto l'esecutivo che non avrà la cultura del giudice. Poi si inizia a parlare di sorteggio temperato: i togati vengono sorteggiati tra tutti i magistrati, i laici invece vengono sorteggiati da una lista predisposta dalla politica. Li scelgono da un catino: per esempio, su 100 nomi ne scelgono dieci".