Benevento

“Dicevo col mio procuratore che se qui butti in aria le casacche, non rischi mai di farne cadere una sul giocatore sbagliato”. Antonio Floro Flores utilizza una metafora simpatica per dire che ha a disposizione una grande squadra. Deve solo cercare di farla diventare una macchina perfetta, in grado di “cantare e portare la croce”, giocare e vincere partite di grande spettacolarità e fare lo stesso se si gioca una gara meno brillante. “Dobbiamo essere meno belli nel palleggio, più verticali e concreti”. Semplice, no...?

Ma a Cosenza potrebbe non servire pensare ad una partita “sporca”, del resto la squadra di Buscè vuole vincere, non si accontenterà neanche di un pari. E allora bisognerà fare qualcosa di più: “Sì bisogna fare qualcosa di diverso in campo esterno. Cosa? Vincere! I ragazzi devono essere consapevoli di giocare per il Benevento come una squadra che si deve salvare. Se sei sempre uguale agli altri andrà sempre alla stessa maniera, se vogliamo essere diversi dobbiamo fare di più”.

Al Marulla sarà una partita “cattiva”

Nessun timore per la squadra silana, ma il massimo rispetto: “Sarà una partita cattiva, per me è importante ogni partita a prescindere dalle qualità dell'avversario. Il Cosenza è squadra bene organizzata con un ottimo allenatore qual è Buscè, che ho avuto modo di seguire ad Empoli, ha una rosa importante e una classifica brillante. Ha tutte le qualità per lottare per la vetta”.

Mignani sarà al suo posto

Dice di non avere il minimo dubbio sulla formazione da schierare. Ha recuperato Guglielmo Mignani e il senese giocherà dal primo minuto. Lo ha preferito a Tumminello: “Tummi ha bisogno ancora di lavorare tanto. Ci parlo tanto, lui è uno positivo. Ma viene da mesi in cui è rimasto fermo. So quali problemi si hanno in questi casi, soprattutto quando non si è fatto il ritiro. Ma quanto prima lo porteremo su livelli ottimali”.

Serenità imprescindibile

Prima della partenza per Cosenza, Floro Flores ha voluto trasmettere un messaggio di serenità: “Faccio questo mestiere da 30 anni, vivo di serenità. Se perdo una partita e arrivo al campo arrabbiato, che cosa ne ricavo? La serenità è qualcosa da trasmettere ai giocatori. Se loro sbagliano sarò sempre io il colpevole”. Ma dopo la bella prova contro il Monopoli, serve continuità in trasferta: un'alchimia che non dipenderà solo dal modulo: “Abbiamo continuato a lavorare sulle mie idee, ma non si può cambiare tutto in dieci giorni. Io non vivo di moduli, ma provo ad adattare giocatori alle posizioni. Non è il modulo che fa la differenza, voglio dare qualche certezza in più a loro e il massimo rispetto per quello che s'è fatto prima”.