Il summit di Ginevra arriva in una fase decisiva della guerra in Ucraina. Gli Stati Uniti hanno presentato nelle scorse settimane un articolato piano di pace che richiede a Kiev concessioni territoriali, limiti alla potenza militare e l’abbandono del percorso di adesione alla NATO. Una proposta che ha immediatamente sollevato dubbi e preoccupazioni sia in Ucraina sia in diversi Stati membri dell’Unione Europea. Il vertice riunisce funzionari statunitensi, rappresentanti del governo ucraino e delegazioni europee con l’obiettivo di costruire una base comune da cui ripartire. Washington vede questa bozza come un possibile punto di svolta, mentre europea e Ucraina chiedono garanzie più solide per tutelare la sovranità di Kiev. Il presidente Donald Trump ha definito la proposta statunitense «non un’offerta finale», espressione che apre la strada a possibili emendamenti su alcuni dei punti più controversi. Questo spiraglio diplomatico ha contribuito a ridurre la tensione attorno al negoziato, pur senza dissipare le preoccupazioni di Kiev, che considera irrinunciabili alcuni aspetti legati alla sicurezza nazionale.

Trump ha aperto a modifiche

Le fonti vicine al negoziato indicano che Washington potrebbe rivedere le disposizioni più rigide, in particolare quelle che riguardano le limitazioni militari e la neutralità forzata. Resta però da capire quanto margine di trattativa sarà realmente concesso, e soprattutto se Mosca accetterà qualsiasi riformulazione. Per Kiev, il piano Usa contiene elementi giudicati «difficili da accettare», in particolare quelli che richiedono concessioni territoriali e un ridimensionamento della capacità difensiva. Il governo ucraino teme che un accordo affrettato possa favorire la Russia o congelare il conflitto senza reali garanzie per il futuro. Anche l’Unione Europea mantiene un atteggiamento prudente. Pur riconoscendo all’iniziativa americana un valore politico, molti Paesi chiedono che qualunque accordo salvaguardi l’integrità territoriale dell’Ucraina e non riduca il ruolo europeo nella definizione della futura architettura di sicurezza del continente.

Le possibili ricadute per l’Italia e per l’Europa

Il summit di Ginevra rappresenta un banco di prova anche per l’Italia. Roma, in linea con Bruxelles, sostiene la necessità di un percorso diplomatico che non indebolisca la posizione ucraina né crei instabilità lungo il fianco orientale dell’Europa. Un eventuale accordo percepito come sbilanciato potrebbe incidere negativamente sulla sicurezza collettiva e sulle relazioni transatlantiche. Nei prossimi giorni, l’Europa dovrà decidere se appoggiare la proposta statunitense, se proporre modifiche condivise o se elaborare una propria piattaforma negoziale. Il vertice di Ginevra non chiude la partita, ma potrebbe aprire una nuova fase. Le parole di Trump suggeriscono che il documento potrà essere corretto, mentre Ucraina e Unione Europea spingono per un approccio multilaterale più equilibrato. La vera sfida sarà riuscire a trasformare questa apertura in un negoziato concreto che tenga insieme sicurezza, sovranità e stabilità regionale.