Riecco  la guerra nel cuore dell’Europa orientale. Due caccia F-16 dell’aeronautica romena e due Eurofighter della polizia aerea tedesca si sono alzati in volo dopo che due droni non identificati hanno violato lo spazio aereo della Romania, provocando un’immediata reazione delle forze NATO. Poche ore prima, in Moldova, un altro velivolo senza pilota aveva attraversato il confine durante un’ondata di attacchi russi contro l’Ucraina. Le autorità moldave hanno disposto evacuazioni precauzionali in alcune zone, segnalando un rischio crescente di ricadute dirette del conflitto sui Paesi vicini.

La bozza USA-Ucraina in 19 punti

Sul fronte diplomatico, Stati Uniti e Ucraina hanno raggiunto a Ginevra una bozza di accordo articolata in 19 punti. Il testo rivede e riduce un precedente schema negoziale più ampio, puntando a una cornice che lasci irrisolte, per ora, le questioni territoriali e le condizioni di sicurezza più controverse.
Secondo fonti informate, tra Washington e Kyiv resta un confronto acceso su tempi, garanzie e modalità del cessate il fuoco, mentre il Cremlino ha definito “controproducente” la linea europea, accusata di spingere verso posizioni che allontanerebbero l’intesa finale.

Kiev vuole un faccia a faccia Trump-Zelensky

In questo contesto, Kiev insiste sulla necessità di un incontro diretto tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump. L’appuntamento, ancora da definire, è ritenuto essenziale per sciogliere i nodi politici rimasti in sospeso e per ottenere un via libera statunitense su alcuni punti chiave dell’accordo.
La disponibilità annunciata dal presidente americano ha alimentato cauto ottimismo, anche se la vaghezza del testo negoziale lascia intravedere settimane di trattative complesse, in cui ogni spiraglio dovrà essere consolidato.

Spill-over del conflitto e pressioni sulla NATO

Le violazioni aeree in Romania e Moldova confermano come la guerra russo-ucraina continui a produrre effetti collaterali su Stati che non fanno parte del fronte di combattimento. Per la NATO, questi episodi tornano a essere un banco di prova della capacità di deterrenza e di risposta, mentre i governi dell’area chiedono maggiore coordinamento e sistemi di difesa più capillari.
Il rischio di spill-over resta alto e potrebbe influenzare anche i futuri equilibri del negoziato, in un quadro diplomatico che sembra avanzare ma che continua a poggiare su fondamenta estremamente fragili.