Acerra

La morte della piccola Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi deceduta lo scorso febbraio ad Acerra dopo essere stata attaccata dal pitbull di famiglia, assume contorni più precisi. La relazione autoptica depositata nelle scorse ore in Procura dai periti medico-legali esclude l'ipotesi iniziale che la piccola avesse la noce del collo spezzata, fornendo dettagli cruciali sulla dinamica.

Secondo le risultanze peritali, la causa del decesso è stata una stretta del cane (Tyson) "abbastanza forte" che si è rivelata fatale. I periti hanno specificato che l'animale non avrebbe "azzannato" la bambina come una preda, ma l'avrebbe stretta con i denti  - unico trauma riscontrato sul corpicino - e questo ha causato una lesione acuta che ha impedito la sopravvivenza.

La Causa della Morte

Le nuove indagini medico-legali, disposte dai magistrati inquirenti, smentiscono l'ipotesi di un soccorso tardivo come concausa della morte. La lesione fatale sarebbe stata immediata. Inizialmente, a dare una prima indicazione sulle cause del decesso fu il medico Emanuele Ceo della clinica Villa dei Fiori di Acerra, che soccorse la bambina quella notte ed eseguì soltanto esami diagnostici, prima dell'autopsia.

Il Fascicolo Giudiziario e gli Interrogativi

Il fascicolo giudiziario sul caso è aperto per omicidio colposo e l'unico indagato è il padre di Giulia, Vincenzo Loffredo, presente in casa quella sera assieme alla piccola, al pitbull Tyson e a una cagnolina di piccola taglia, Laika. La relazione autoptica, pur chiarendo il trauma letale, apre una serie di nuovi interrogativi sulla dinamica precisa dell'accaduto e sul comportamento del cane.

Il Racconto del Padre. Agli inquirenti, loffredo ha riferito di aver giocato con Giulia fino alle 22:00, orario in cui la bimba si sarebbe addormentata. Da quel momento, c’è il buio su quanto accaduto fino al ritrovamento della piccola, insanguinata, sul pavimento. Le autorità dovranno ora combinare l'autopsia con analisi genetiche forensi (DNA umano e animale), studio morfologico delle lesioni e confronto odontometrico per valutare le caratteristiche del morso.

Aggressione o Soccorso? Una delle domande chiave è se la stretta fatale sia stata compiuta per aggressione o se il cane possa aver agito tentando di "aiutare" la bambina, magari in una situazione di difficoltà. Questa risposta richiederà un lavoro congiunto di medici e veterinari, con la decisione finale che spetterà al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP).

Il Destino dei Cani: Laika è morta

Dopo la tragedia, entrambi i cani furono portati in un canile e posti in isolamento per monitoraggio. Laika la cagnolina di piccola taglia è deceduta qualche mese fa. I padroni lo hanno appreso tramite il proprio legale, poiché non è stata fornita comunicazione ufficiale. Tyson, Il pitbull è stato sottoposto a continuo monitoraggio e non avrebbe manifestato comportamenti aggressivi. Dopo la morte di Laika, è stato tolto dall’isolamento e trasferito nel rifugio Lanna di Caivano. L'Asl di Napoli 2 ha richiesto un'ulteriore perizia comportamentale su Tyson, che rimane a loro disposizione.

I Punti Irrisolti

Le indagini sul decesso di Giulia Loffredo si sono concentrate non solo sulla dinamica dell'aggressione, ma anche su diverse incongruenze emerse dal racconto del padre, Vincenzo Loffredo, unico indagato per omicidio colposo.

La "Pulizia" della Scena del Crimine Uno dei punti più dibattuti è la presunta pulizia della scena del crimine. Gli inquirenti hanno sollevato sospetti riguardo la pulizia delle tracce ematiche all'interno dell'abitazione prima dei sigilli, una circostanza che rende più difficile la ricostruzione precisa dell'aggressione. Il padre (tramite il suo legale) ha negato di aver pulito alcunché, affermando di essere stato in ospedale o in commissariato in quegli orari. Tuttavia, la difesa ha riferito che familiari sarebbero entrati prima che la Polizia Scientifica ponesse i sigilli, agendo, a loro dire, in buona fede. L'analisi della scena è fondamentale per capire la distribuzione delle macchie di sangue e la ricostruzione dell'aggressione.

2. Sostanze e Vigilanza del Padre

Un altro elemento centrale riguarda la condotta del padre la sera dei fatti: Vincenzo Loffredo è risultato positivo alla cannabis (hashish) in seguito agli esami tossicologici, sebbene si debba ancora chiarire quando la sostanza sia stata assunta e in che misura abbia influito sulla sua vigilanza e sul sonno. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per verificare la sua effettiva presenza in casa durante l'ora di "buco" temporale nel suo racconto (il lasso di tempo tra l'addormentamento di Giulia e il ritrovamento del corpo). Sebbene l'assunzione di cannabis non sia direttamente correlata all'aggressione del cane, può aver compromesso lo stato di veglia e la prontezza di riflessi del padre. Se Loffredo si fosse addormentato profondamente a causa dell'effetto della sostanza, non sarebbe stato in grado di prevenire l'azione del pitbull o di intervenire tempestivamente. Il fatto che il cane di grossa taglia fosse nel letto matrimoniale con la bambina e il padre, unito alla possibile alterazione della vigilanza del genitore per l'uso di sostanze, rafforza l'ipotesi di negligenza grave nella custodia di entrambi, sia del minore che dell'animale.