Di fronte agli scenari di guerra internazionali e all'evoluzione del concetto di sicurezza, l'Italia, come molte altre nazioni europee, è chiamata a ripensare il proprio modello di difesa. Il Ministro Guido Crosetto, ha risposto alle domande in merito all'eventuale reintroduzione del servizio militare, chiarendo subito un punto fondamentale: non si tratta del ripristino della vecchia leva obbligatoria.
Intervenendo a Parigi sul progetto di un nuovo servizio militare in Francia, Crosetto ha ribadito la necessità di una riflessione: «Se la visione che noi abbiamo del futuro è una visione nella quale c'è minore sicurezza, una riflessione sul numero delle forze armate, sulla riserva che potremmo mettere in campo in caso di situazioni di crisi, va fatta».
Non "Marmittoni", ma Professionisti per la Sicurezza
Fonti di Palazzo Baracchini, sede della Difesa, hanno voluto smorzare ogni allarmismo: «Qui nessuno sta pensando di mettere in campo le giovani reclute, di ripristinare la vecchia naja obbligatoria. Li vedete voi, dei ragazzini inesperti, alle prese con le armi sofisticatissime che ci sono oggi, anche solo se parliamo di droni?». Quando il Ministro parla di reintrodurre il servizio militare, l'idea è quella di una "riserva ausiliaria dello Stato" su base volontaria. Un concetto che Crosetto aveva già espresso a Cagliari il 4 novembre 2023, sottolineando come la Difesa debba prepararsi agli "scenari peggiori", oggi sempre più legati alla guerra ibrida, fatta di droni e fake news.
La Nuova "Forza On Demand"
Il progetto del Ministero punta a creare una riserva composta da professionisti di esperienza e personale qualificato, pronta a intervenire a supporto delle Forze armate in "casi gravissimi" come calamità naturali, crisi internazionali o atti di guerra, ma mai in prima linea. Questa "forza on demand", una volta reclutata, formata e periodicamente addestrata, sarebbe inizialmente composta da 10.000 unità (un numero che sarà poi vagliato dal Parlamento).
Potrebbe includere: Militari in congedo, Volontari in ferma prefissata, Ex guardie giurate, Medici in pensione e personale civile qualificato, come tecnici essenziali (per evitare criticità già sperimentate, ad esempio, durante l'emergenza Covid-19, come la carenza di tecnici specializzati per servizi essenziali come l'acquedotto di Roma).
Aumento dei Soldati e l'Emergenza Cyber
Oltre alla riserva volontaria, il Ministro ha richiamato l'attenzione sulla necessità di aumentare il personale effettivo delle Forze armate. In un recente discorso ai vertici militari, Crosetto ha espresso l'intenzione di "buttare via" la Legge 244 che fissa il limite a 170.000 unità (oggi sono circa 160.000), suggerendo un aumento di almeno 30.000-40.000 effettivi. Nel documento informale presentato al Consiglio Supremo di Difesa il 17 novembre scorso, il Ministro ha posto l'accento sulla necessità di 10.000-15.000 nuove unità specializzate in nuove tecnologie e intelligenza artificiale per contrastare la guerra ibrida già in corso, con un fabbisogno stimato di 5.000 unità solo per l'ambito cyber. In questo contesto, il progetto di leva volontaria mirerebbe a coinvolgere anche i più giovani con competenze non convenzionali: «Un hacker non si arruolerà mai, ma comunque potrà darci sempre una mano se ha a cuore le sorti del proprio Paese», si ragiona a Palazzo Baracchini.
L'Esempio Europeo e la Chiamata al Parlamento
La mossa italiana si inserisce in un dibattito più ampio a livello europeo, dove molte nazioni stanno rimettendo in discussione i modelli di difesa costruiti 10-15 anni fa. Crosetto ha citato come esempio la Svizzera, dove «la parte della riserva in qualche modo comprende tutti i cittadini fino a oltre 50 anni». L'obiettivo finale del Ministro è portare la sua proposta in Parlamento, auspicando un confronto che superi gli schieramenti politici: «Penso che l’Italia debba riflettere su un nuovo modello di difesa [...] le scelte del modello di difesa del futuro sono scelte che riguardano un Paese intero, uno Stato, una nazione, non soltanto la maggioranza». La "difesa del proprio Paese" è il punto di vocazione centrale del progetto.