A oltre dodici anni dalla tragica morte di Salvatore Giordano, lo studente 14enne colpito e ucciso da un pesante frammento di fregio staccatosi dalla Galleria Umberto I il 5 luglio 2014, il procedimento giudiziario giunge all'ultimo grado di giudizio. La Quarta Sezione della Corte di Cassazione ha fissato per il 13 febbraio 2026 l'udienza che porrà la parola definitiva sull'intera vicenda. L'attesa per la sentenza finale è altissima, soprattutto da parte della famiglia Giordano che, come sottolineato dal proprio legale, attende ancora il risarcimento dovuto da parte del Comune di Napoli e del condominio coinvolto.
Le Tappe del Processo e le Condanne di Secondo Grado
La tragedia risale a quel fatidico pomeriggio d’estate del 2014, quando Salvatore, in compagnia di amici, fu colpito in pieno da un grosso calcinaccio mentre passeggiava lungo via Toledo, all'ingresso della storica Galleria. Il giovane morì quattro giorni dopo in ospedale. Il percorso giudiziario si è rivelato complesso e lungo. La Corte d'Appello di Napoli (presidente Giovanni Carbone), con la sentenza emessa il 13 febbraio 2025 (come riportato dal lancio originale), aveva parzialmente modificato il verdetto di primo grado:
Condanne Confermate: Sono state confermate le condanne a due anni di reclusione per Bruno Mariano ed Elio Notarbartolo, figure coinvolte nella gestione del condominio. Entrambi erano stati condannati anche in primo grado.
Prescrizione per Omicidio Colposo: Per il dirigente comunale Giovanni Spagnuolo, il reato di omicidio colposo è stato dichiarato prescritto, con la pena complessiva rideterminata a un anno e quattro mesi di reclusione.
Assoluzioni: Sono stati assolti Marco Fresa e Franco Annunziata (quest'ultimo tecnico comunale), per non avere commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato. Entrambi avevano rinunciato alla prescrizione per veder riconosciuta la propria posizione.
In primo grado, le condanne avevano riguardato in totale cinque imputati, tra cui dirigenti e tecnici del Comune, e amministratori di condominio, ai quali venivano contestati a vario titolo i reati di omicidio colposo e disastro colposo.
L'Appello del Legale: "Giustizia e Risarcimento"
L'attenzione della famiglia Giordano e del suo legale, l'avvocato Sergio Pisani, si concentra ora non solo sulla conferma delle responsabilità in sede penale, ma anche e soprattutto sul fronte civile. “Sono ormai trascorsi dodici anni da quando la famiglia di Salvatore attende giustizia e il doveroso risarcimento dal Comune di Napoli”, ha commentato Pisani. Il legale ha ribadito che, nonostante l'esistenza di una condanna a carico di un dirigente comunale – fatto che indica una responsabilità in capo alla Pubblica Amministrazione –, il Comune e il condominio non hanno ancora provveduto al risarcimento economico stabilito. La sentenza di primo grado, peraltro, aveva già riconosciuto una provvisionale di 150mila euro per la famiglia Giordano (100mila euro per i genitori e 25mila euro per ciascuno dei due fratelli), oltre a un risarcimento (da quantificare in separata sede) anche per un altro giovane rimasto ferito. La speranza, espressa dall'avvocato, è che con la definitività della sentenza della Cassazione, si ponga "finalmente fine a questo ritardo ingiustificabile" e che la famiglia ottenga la piena giustizia attesa per troppo tempo.