Sono fotografie rimaste a lungo nell’ombra, archiviate in un hard disk giudicato per anni irrecuperabile. Oggi tornano a galla e riportano indietro al pomeriggio del 13 agosto 2007, quando Garlasco era ancora scossa dalla scoperta del corpo di Chiara Poggi. Negli scatti compare Andrea Sempio, all’epoca diciannovenne, nuovo indagato della Procura di Pavia, ripreso in via Pascoli mentre osserva il via vai dei carabinieri. Le immagini lo mostrano alla guida dell’auto di famiglia, una Daewoo Lanos, il finestrino abbassato e l’atteggiamento di chi cerca informazioni in un contesto di crescente agitazione. Accanto a lui c’è il padre Giuseppe, con cui Sempio raccontò di essere passato due volte davanti alla villetta quella stessa giornata. La fotografa autrice degli scatti immortalò non solo Sempio e il padre, ma anche alcuni membri della famiglia Poggi, presenti già nel primo pomeriggio. Nelle immagini si riconoscono la zia Maria Rosa e le figlie Stefania e Paola Cappa, quest’ultima appoggiata a una stampella. Mancano invece i genitori di Chiara, Rita Preda e Giuseppe Poggi, e il fratello Marco, ancora in viaggio dal Trentino e rientrati solo in serata. Attorno alla villetta si vede il movimento crescente di auto delle forze dell’ordine e di vicini accorsi a capire cosa stesse accadendo. Un contesto che restituisce la confusione e la drammaticità delle prime ore dell’inchiesta, mentre la scena del delitto veniva messa in sicurezza e prendevano forma i primi interrogativi degli investigatori.

La ricostruzione di Sempio e il valore degli scatti

Davanti ai carabinieri, Sempio dichiarò di essere passato una prima volta con il padre e di essere poi tornato intorno alle 16, incuriosito dall’afflusso di militari e dal crescente brusio di paese. Raccontò di essersi fermato proprio per capire cosa stesse succedendo, senza immaginare la portata dell’evento. Una ricostruzione che oggi la sua legale, Angela Taccia, considera confermata dalle nuove immagini. Gli scatti sono stati consegnati agli inquirenti e potrebbero avere un ruolo nell’attuale approfondimento investigativo. Documentano infatti la presenza di persone e mezzi nella via in un arco temporale cruciale e contribuiscono a definire con maggiore precisione movimenti, testimonianze e dinamiche di quel 13 agosto. Le fotografie emergono a distanza di diciotto anni, in un momento in cui l’inchiesta conosce un nuovo capitolo. Non portano da sole risposte definitive, ma aggiungono un tassello visivo alla ricostruzione delle ore successive al delitto. Un materiale che la Procura di Pavia valuterà nel quadro più ampio degli atti, cercando di dare forma a una storia che continua a riemergere dal passato con interrogativi ancora aperti.