Federica Mogherini, ex Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera e oggi rettrice del Collegio d’Europa, è stata arrestata a Bruxelles nell’ambito di un’indagine sulle modalità di assegnazione di un programma di formazione finanziato con fondi comunitari e destinato a giovani diplomatici. L’inchiesta, coordinata dalla Procura europea e dalle autorità belghe, ipotizza reati che vanno dalla turbativa d’asta alla frode in appalti pubblici, fino alla corruzione e al conflitto di interessi, per fatti risalenti al 2021.?
Al centro del caso c’è un progetto di nove mesi del valore di 990 mila euro affidato al Collegio d’Europa, considerato un’istituzione chiave nella formazione del futuro personale delle istituzioni comunitarie. Gli investigatori vogliono capire se il Collegio o alcuni suoi rappresentanti abbiano avuto accesso anticipato a informazioni sensibili sui criteri della gara, in violazione delle regole sulla concorrenza e della riservatezza imposta alle procedure europee.?
Insieme a Mogherini, sono finiti sotto misura cautelare anche il diplomatico italiano Stefano Sannino, ex segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, e un manager dell’istituto accademico con sede a Bruges, mentre le forze di polizia hanno effettuato perquisizioni negli uffici del Seae, nei locali del Collegio e nelle abitazioni degli indagati. Per procedere agli arresti è stata necessaria la revoca dell’immunità di cui godevano gli ex alti funzionari europei, segnale della rilevanza politica e simbolica del fascicolo per le istituzioni Ue.?
Un funzionario comunitario ha precisato che l’indagine non riguarda l’attuale gestione della diplomazia europea guidata da Kaja Kallas, in carica dal 2024, mentre la Commissione ha scelto la linea del silenzio, limitandosi a ricordare che non commenta procedimenti giudiziari in corso. Il caso, destinato a far discutere nei palazzi di Bruxelles, tocca uno dei nervi scoperti dell’Unione: la credibilità nella gestione dei fondi pubblici e la fiducia nei meccanismi che dovrebbero garantire trasparenza e pari condizioni di accesso ai grandi appalti finanziati con il bilancio europeo.