Per Giovanni Mazzola, candidato alle ultime amministrative di Monteforte Irpino, cade l’aggravante di aver agevolato due clan camorristici nelle scommesse illecite gestite dai clan Russo e Licciardi. A deciderlo i giudici della Decima Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli, accogliendo parzialmente l’istanza di annullamento della misura cautelare firmata dal Gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli, dagli avvocati Gaetano Aufiero e Luca Pellecchia.
Le accuse per Mazzola
Mazzola era accusato di esercizio abusivo di giochi e scommesse gestito dal clan Russo in accordo con esponenti del clan Licciardi. Il sistema, attivo nel territorio nolano, avrebbe utilizzato agenzie e sub-agenzie, raccogliendo clandestinamente scommesse sportive e gestendo giochi on-line con denaro tramite la creazione di siti clandestini. Per questo motivo era finito ai domiciliari.
La tesi difensiva
La difesa, oltre a puntare alla gravità indiziaria sull’associazione ha concentrato i motivi di ricorso sulla consapevolezza che Mazzola operasse per agevolare i due clan di camorra, che evidentemente. Nella stessa udienza i giudici del Riesame hanno deciso di annullare la misura cautelare per Rosina Lombardi, moglie di uno dei presunti capi del sodalizio, Antonio Russo, che invece resta in carcere. Anche i due indagati sono difesi dal penalista Gaetano Aufiero. Si attendono le motivazioni.