Napoli

Se qualcuno avesse detto l'estate scorsa al presidente Aurelio De Laurentiis che il suo Napoli avrebbe giocato con il 3-4-2-1, lui - pur nella sua relativa osservanza dei ruoli - avrebbe chiesto a Giovanni Manna e Antonio Conte: "Perchè mi fate tenere in squadra 7 centrocampisti quando me ne occorrono 4?". "E soprattutto" - avrebbe aggiunto - "Perché volete che ne compri degli altri nella sessione di calciomercato di gennaio, quando avremmo bisogno piuttosto di almeno un'altra ala/sottopunta forte che faccia gol, e che dia respiro a Lang (ammesso che continui a giocare), invece di far giocare Eljif Elmas da esterno? Che ne faremo dei 4 infortunati quando torneranno disponibili? Ce li venderemo tutti a gennaio? E quella perla di Antonio Vergara, dove lo metto, lo mando sugli spalti a vendere caffè Borghetti?".

Ovviamente scherzo, ma neanche tanto. Ora che il Napoli (pare) abbia trovato la quadratura del cerchio, raschiando il fondo del barile di una rosa definita pletorica dallo stesso Antonio Conte e, San Gennaro, che è sempre attento alle istanze dei tesserati azzurri, si è messo in mezzo per decimarla ben benino, non resta che capire cosa vuole fare da grande la formazione partenopea: tre in difesa più aggressivi - come ha dichiarato lo stesso Sam Beukema - con un Giovanni Di Lorenzo tornato in grande spolvero una volta liberato da compiti rigorosamente difensivi, a cui si adatta sempre peggio col passare degli anni, contro la versione appiattita a quattro in retroguardia, senza licenza di uccidere (l'aria avversaria).

È questo uno dei busillis che attende Antonio Conte e tutto il Napoli nei prossimi mesi. Ma non è il solo. Il modulo attuale è quello che lui conosce meglio e con cui ha vinto tutto. Allora ci si chiede perché non proseguire con questo. Ma, ci potete giurare, non andrà così. La confusione nello staff tecnico del Napoli regna sovrana. Vedrete che alla fine, pur di far vedere che avevano ragione loro, il Napoli giocherà con un inedito (e più che impossibile) 2-7-1.

Le ali - chi sia sia - saranno mandate a svernare ai climi tropicali, insieme a un Lorenzo Lucca, ora tanto bistrattato quanto incolpevole, egli stesso emblema di quella confusione strategica di cui sopra. Resta il fatto che, al di là delle assurdità a buon mercato che mi sono permesso di propinarvi, rivedremo a breve il 4-1-4-1, senza ampiezza, ingolfato al centro del campo, più di un motore a due tempi, proprio come le due frazioni di gioco di una partita di calcio. Che volete di più?