Avellino

"Siamo padroni della nostra vita, il testamento biologico credo sia uno straordinario atto d'amore". Così il dottore Giuseppe De Cataldis , medico oncologo, 75enne , parla del testamento biologico. Medico oncologo, per lunga parte della sua carriera presso l’ospedale Giovanni Da Procida di Salerno, ha deciso in pensione di dedicarsi alla assistenza dei malati terminali. Oncologo palliativista si occupa delle terapie sintomatiche dedicate a quelle persone affette da malattie terminali.

L'Adi, la lentezza del sistema

"Quando un malato è arrivato al punto in cui non c'è più cura per la malattia, quando non c'è più alcuna certezza di risultato subentro io. Sono componente di una equipè multidisciplinare, che si occupa di assistenza domiciliare integrata ( A D I ) - .Curo il malato in tutti i suoi bisogni e sintomi. Parliamo di terapia del dolore, e non solo. Ecco, proprio parlando di Adi, credo sia necessario che il sistema sanitario diventi più rapido, efficace e tempestivo, attivando l'assistenza domiciliare integrata prima della fine della persona. Troppo spesso l'Adi scatta negli ultimi giorni di vita del malato, mentre la stessa medicina palliativa, avviata prima, potrebbe sortire effetti migliori. Sono argomenti di cui si prova disagio a parlare, ma che restano cruciali nella vita di tantissime persone. Le cure palliative avviate tempestivamente possono sortire effetti migliori, garantendo meno sofferenza al malato.

La Dat il caso delle gemelle Kessler

"Quando parliamo di fine vita, malattie terminali, percorsi irreversibili che conducono alla morte di una persona, il testamento biologico rappresenta un diritto da conoscere, bisogna informare le persone sul diritto di scegliere in anticipo i trattamenti sanitari previsti dalla legge 219/2017 - spiega De Cataldis -. La morte delle gemelle Kessler ha rappresentato un fenomeno mediatico importante, uno scossone nella pubblica opinione un invito potente a riflettere. Le DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) permettono a ogni persona di stabilire in anticipo come essere curata o non curata se un giorno non potesse più comunicare." Io mi potrei trovare a non essere cosciente e avere le mie idee", questa è la frase su cui riflettere. Per firmare una Dat non serve una legge nuova, c’è già. Non serve aspettare una legge, possiamo liberamente portare il documento in busta chiusa ad un ufficio di Stato Civile del proprio Comune di residenza e depositarlo. Quello è documento ufficiale.

L'atto, il senso

Nel pensiero comune, parlare della propria fine spaventa, eppure il testamento biologico non è un addio, è una dichiarazione d’amore verso la vita e chi ci ama. È il modo in cui diciamo ai nostri cari: “Se un giorno non potrò più dirvi cosa provo, voi saprete comunque cosa voglio. E sarà come se fossi ancora con voi, lucido e presente”.