Riprendono oggi nella capitale tedesca i colloqui internazionali sul conflitto tra Ucraina e Russia. Al centro del confronto c’è il piano di pace articolato in circa 20 punti, promosso dagli Stati Uniti con il coinvolgimento di partner europei e delle autorità di Kiev. Berlino si conferma snodo diplomatico chiave nel tentativo di riaprire uno spazio negoziale dopo mesi di stallo politico e militare.
La linea degli Stati Uniti
Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, Washington non sarebbe disposta a compromessi sostanziali sulla propria proposta. Una posizione che irrigidisce il dialogo e rafforza l’idea di un piano pensato più come cornice strategica che come vera mediazione. La Casa Bianca continua a sostenere che qualsiasi accordo debba garantire sicurezza duratura all’Ucraina, senza legittimare conquiste territoriali ottenute con la forza.
La chiusura di Mosca
Dal Cremlino arrivano segnali di netta contrarietà a ipotesi di tregua. Fonti russe ribadiscono che Vladimir Putin non intende accettare cessate il fuoco temporanei e considera imprescindibili le proprie condizioni politiche e territoriali. Una linea che conferma la distanza tra le parti e rende il negoziato estremamente fragile.
Kiev tra diplomazia e consenso interno
Sul fronte ucraino il confronto non è solo internazionale ma anche interno. Un sondaggio dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev indica che il 75% della popolazione è contrario al piano statunitense, percepito come troppo sbilanciato e potenzialmente penalizzante per l’integrità territoriale del Paese. Un dato che pesa sulle scelte del presidente Zelensky, chiamato a bilanciare pressione diplomatica e consenso nazionale.
La posizione dell’Italia
Intervenendo nel dibattito internazionale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito un principio netto: è inammissibile che la Russia voglia ridefinire i confini di uno Stato sovrano attraverso l’uso della forza. Un richiamo al diritto internazionale che si inserisce nella posizione condivisa da gran parte dei Paesi europei.
Un negoziato in salita
Il quadro che emerge da Berlino è quello di una diplomazia in movimento ma senza svolte immediate. Le posizioni restano distanti, la guerra sul terreno continua e il percorso verso una pace condivisa appare ancora lungo. I colloqui proseguiranno nelle prossime ore, ma l’impressione è che il nodo politico resti più difficile da sciogliere di quello militare.