Dopo appena due puntate della nuova stagione di «Chi vuol essere milionario – il torneo», il programma ha già incoronato la sua prima vincitrice. Vittoria Licari, 69 anni, ha conquistato il premio massimo da un milione di euro, superando gli altri concorrenti. Una cifra che, come sempre accade per quiz televisivi, lotterie e giochi a premio, viene annunciata al lordo delle imposte. In Italia le vincite ottenute nei quiz e nei giochi a premi trasmessi in televisione sono soggette a una ritenuta alla fonte del 20%, applicata come imposta sostitutiva. Significa che il vincitore non dovrà versare ulteriori tasse su quella somma, perché l’imposta viene trattenuta direttamente dall’emittente. Su un premio lordo di un milione di euro, la ritenuta ammonta a 200 mila euro, riducendo l’importo a 800 mila euro.

Il premio in gettoni d’oro

La decurtazione, però, non si ferma qui. La normativa italiana vieta ai programmi televisivi di consegnare premi in denaro contante, per evitare l’assimilazione al gioco d’azzardo, salvo rare eccezioni. Per questo motivo, i premi vengono spesso erogati sotto forma di gettoni d’oro. Su questa modalità si applica una seconda imposizione: l’Iva al 22% sull’acquisto dell’oro, oltre alle spese di trasporto e gestione. Calcolata sugli 800 mila euro residui, l’Iva riduce ulteriormente il valore del premio a circa 624 mila euro. Una volta ricevuti i gettoni d’oro, il vincitore deve convertirli in denaro. Anche questa operazione comporta costi, legati alle commissioni applicate dagli operatori specializzati. Non esiste una percentuale fissa, ma ipotizzando un costo medio intorno al 5%, la cifra effettivamente incassata scende a circa 592.800 euro. Molto lontana dal milione inizialmente annunciato.

Dichiarazione dei redditi e Isee

Dal punto di vista fiscale, le vincite derivanti da giochi e concorsi legali autorizzati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli non concorrono alla formazione del reddito e non devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi, come il modello 730. La tassazione, infatti, è già avvenuta alla fonte. L’obbligo di dichiarazione riguarda solo le vincite ottenute su piattaforme di gioco estere e non autorizzate in Italia. I premi non vanno indicati nemmeno nel modello Isee, ma incidono indirettamente se vengono depositati su conti correnti o utilizzati per acquistare beni come immobili o veicoli.