Gli investigatori parlano di un’esecuzione in piena regola. Nicola Granieri è stato trovato senza vita nella sua abitazione, colpito alla nuca da un proiettile esploso a distanza ravvicinata. Un dettaglio che allontana l’ipotesi di una rapina improvvisata e rafforza quella di un’azione mirata, studiata nei tempi e nelle modalità. All’interno dell’appartamento, secondo quanto emerso nelle prime fasi dell’indagine, l’uomo custodiva beni di grande valore: gioielli in oro, orologi di lusso e una somma ingente di denaro contante, stimata intorno al milione di euro. Una ricchezza accumulata e tenuta in casa che ora diventa uno degli elementi chiave per ricostruire movente e contatti della vittima. Un altro tassello che complica il quadro è la manomissione dell’impianto di videosorveglianza. Le telecamere non hanno registrato immagini utili e questo fa pensare a qualcuno che conosceva bene la casa e le abitudini del gioielliere. Un’azione tutt’altro che casuale, che suggerisce una pianificazione accurata.

Prestiti e affari nell’ombra

Gli inquirenti stanno passando al setaccio la vita economica di Granieri. Oltre all’attività ufficiale, emergono prestiti concessi fuori dai circuiti legali e rapporti finanziari informali. Un mondo sommerso che potrebbe aver attirato attenzioni pericolose o alimentato rancori mai risolti. Nel profilo della vittima pesa anche un precedente giudiziario: in passato era stato arrestato per contrabbando di sigarette. Un capitolo lontano nel tempo, ma che gli investigatori non escludono possa aver lasciato strascichi o legami ancora attivi, utili a comprendere il contesto dell’omicidio. La Procura procede senza escludere alcuna pista. Si indaga nell’ambiente degli affari, tra vecchie conoscenze e nuovi debitori, mentre gli inquirenti cercano riscontri su movimenti di denaro e contatti recenti. L’obiettivo è capire chi avesse interesse a eliminarlo e, soprattutto, chi fosse a conoscenza del tesoro nascosto in casa.