Napoli

 

Proprio mentre Napoli spegne le sue prime 2.500 candeline, il mito che le diede il nome torna a prendere forma nel cuore della città. È stata svelata oggi, 23 dicembre, l’opera "Partenope" realizzata dal maestro Lello Esposito. Sarà installata sul suggestivo belvedere di Monte Echia, la scultura non è solo un omaggio estetico, ma un ponte fisico tra le origini greche del primo insediamento e la visione contemporanea di una metropoli che non smette mai di trasformarsi.

Un'opera tra cielo, mare e vulcano

Dimenticate l'iconografia classica della donna-pesce. La Partenope di Esposito, forgiata in alluminio nelle storiche scuderie di Palazzo Sansevero, recupera la fisionomia arcaica delle sirene mitologiche: creature alate, metà donne e metà uccelli. L'artista ha scelto di fondere la bellezza fidiaca del volto con il corpo di un gallo, simbolo di risveglio e luce, ricollegandosi al culto del sole di Rodi, isola da cui provenivano i primi coloni.

Ma c'è un dettaglio che lega indissolubilmente l'opera al territorio: le zampe della creatura sono state modellate come un Vesuvio rovesciato. È un richiamo potente alla materia vulcanica e al tufo, le fondamenta su cui poggia l'intera città. "Questa sirena rispecchia il mio progetto di identità e metamorfosi", ha spiegato Esposito durante la cerimonia. "Volevo attraversare l’estetica classica del V secolo a.C., il periodo in cui nacque Neapolis, unendo la speranza del mattino alle nostre radici".

Il valore simbolico per la città

Alla presentazione ufficiale ha partecipato anche il sindaco Gaetano Manfredi, che ha sottolineato l'importanza strategica della collocazione. Monte Echia, il sito dove tutto ebbe inizio, diventa ora la casa di un simbolo che accoglierà cittadini e turisti, raccontando visivamente una storia millenaria. Anche l'arcivescovo Mimmo Battaglia ha voluto inviare un messaggio, descrivendo Napoli come una "sirena bellissima" capace di nuotare tra le sfide di un tempo difficile ma meraviglioso, invitando alla solidarietà e all'accoglienza.

Con questa installazione, Lello Esposito aggiunge un nuovo tassello al suo personalissimo mosaico di icone napoletane — dopo il Pulcinella, l’uovo e gli occhi di San Gennaro — sdoganando ancora una volta gli archetipi della tradizione in una chiave artistica globale.

Mentre le luci si accendono sulla nuova sagoma di Partenope che guarda il Golfo, l'impressione è che Napoli abbia ritrovato un pezzo della sua anima più antica, pronta a ricordare a chiunque passi da Monte Echia che questa città è, per sua natura, un eterno divenire tra la terra e il mare.