Napoli

Il Napoli è stato sottoposto a un regime di vigilanza rafforzata nella più recente valutazione dei bilanci dei club di Serie A, condotta dalla nuova Autorità che ha sostituito la Covisoc, sotto la guida del professor Atelli. Secondo quanto riportato da Calcio&Finanza, l’analisi dei conti al 30 settembre ha rivelato che il club partenopeo ha superato il limite dell’“indicatore del costo del lavoro allargato sui ricavi”, fissato a 0,8. Questo rappresenta un segnale di allerta, indicato con un semaforo arancione: non si tratta di una misura bloccante per il mercato, ma esorta a un atteggiamento prudente. Nello scenario odierno, in attesa di conferma ufficiale dalla FIGC, il Napoli dovrebbe rispettare la regola del “saldo zero”, che prevede che eventuali acquisti siano bilanciati da cessioni di pari valore economico. Pur non essendo un blocco totale, questa condizione può influire significativamente sulla gestione del mercato di gennaio, un momento cruciale per una squadra che punta a essere competitiva su più fronti e potrebbe aver bisogno di rinforzi mirati.

Tuttavia, la proprietà conserva margini d’azione per intervenire e, se necessario, potrebbe richiedere una revoca della misura mediante operazioni volte a ristabilire l’equilibrio finanziario. La vera sfida si prospetta per il futuro: a partire dal 31 marzo, la soglia dell’indicatore si ridurrà a 0,7, in conformità con i parametri UEFA, rendendo più severa la supervisione in vista della stagione 2026/27. In caso di mancato adeguamento entro luglio, il club rischierebbe un blocco totale delle operazioni di mercato. Di fronte a questa situazione, il Napoli dovrà impostare una strategia ben calibrata, puntando sulla valorizzazione delle risorse interne, su cessioni strategiche e sull’investimento nel settore giovanile. Un aspetto significativo delle nuove norme riguarda proprio il finanziamento di giocatori italiani Under 23, i cui ingaggi non verranno contabilizzati nel calcolo del costo del lavoro: un’opportunità che potrebbe rivelarsi fondamentale per mantenere alta la competitività nel rispetto dei paletti imposti.