Nel cuore di Kabul, l’Ariana Cinema non esiste più. La storica sala, inaugurata nel 1963 e per decenni punto di riferimento della vita culturale cittadina, è stata demolita a metà dicembre. I lavori sono iniziati il 16 e, nel giro di pochi giorni, dell’edificio non è rimasto nulla. L’Ariana aveva resistito a invasioni, guerre civili e cambi di regime, proiettando film indiani, produzioni afghane e blockbuster occidentali. Dopo il ritorno al potere dei Taliban nel 2021, la sala era stata chiusa insieme agli altri cinema del Paese, in linea con il divieto imposto alla maggior parte delle forme di intrattenimento. La decisione finale di abbatterla è arrivata per fare spazio a un nuovo complesso commerciale.

La voce degli artisti

Per molti cineasti afghani, la demolizione va oltre la perdita di un edificio. Il regista e attore Amir Shah Talash ha parlato di un colpo inferto alla memoria collettiva e a una generazione che aveva trovato nel cinema un luogo di respiro e libertà. L’Ariana, ha ricordato, era uno spazio in cui alleviare il peso quotidiano di decenni di conflitti. Secondo il Comune di Kabul, l’area su cui sorgeva il cinema è destinata a un progetto con finalità economiche, capace di generare entrate e sviluppo urbano. Una motivazione che però non placa le critiche di chi vede nella sostituzione di una sala storica con un centro commerciale il segno di una regressione culturale.

Un luogo di incontri e ricordi

Per decenni l’Ariana è stata anche un punto di riferimento regionale. Negli anni Settanta attirava spettatori dai Paesi vicini, compresi appassionati pakistani che attraversavano il confine per vedere film indiani vietati altrove. Oggi, quei ricordi restano affidati alle testimonianze di chi ha vissuto quell’epoca. Nonostante la distruzione, molti artisti insistono sul fatto che il cinema afghano non possa essere cancellato con una ruspa. Gli edifici cadono, sostengono, ma l’arte continua a vivere nelle persone. Resta però l’immagine di un vuoto nel centro di Kabul, dove per oltre sessant’anni il grande schermo aveva raccontato al Paese storie di evasione e speranza.