Caserta

«Mio figlio non è stato vittima di un gioco, non avrebbe mai partecipato ad una roulette russa». Maria Bocconi, la mamma di Marco Mongillo chiede giustizia per suo figlio e racconta quando lo ha trovato in una pozza di sangue. «Guarda come sparo», dice Antonio. Il proiettile parte e colpisce la fronte di Marco che si trova davanti a lui. Marco Mongillo, 20 anni, cade a terra e muore. Il gioco della roulette russa finisce con un morto e un diciannovenne arrestato. L'ipotesi che Marco, pizzaiolo incensurato del locale «La Loggetta», sia stato ucciso da un gioco d'azzardo mortale è la tesi degli inquirenti.

Antonio Zampella, 19 anni, si è costituito in caserma dai carabinieri di Caserta con le mani fra i capelli: «Non volevo, ho provato quell'arma anche su di me, ero convinto fosse scarica», ha dichiarato al pubblico ministero Michele Caroppoli.

Tutto è successo alle quattro del pomeriggio di venerdì scorso nel rione Santa Rosalia.
Marco Mongillo e suo fratello Vincenzo sono saliti al quarto piano per festeggiare il compleanno di Vincenzo. Li aspetta in casa Umberto Zampella, agli arresti domiciliari. È in compagnia del fratello più piccolo, Antonio. Poi la folle roulette russa. Il gioco che finisce nel sangue e orrore.

L'arma, una Browning calibro 7,65, è stata gettata in giardino con un proiettile in canna e finisce sulla rampa di scivolo del garage. «Marco è stato sparato per gioco, a questo punto gioco anch'io e mi vendico», sembra gridare il fratello Vincenzo. Poco dopo lo stesso Antonio ha raccontato tutto, spiegando di aver acquistato l'arma da alcuni extracomunitari e diaver esploso il primo colpo verso la sua testa, senza conseguenze. Poi il dramma. Per gioco.

Siep