Ariano Irpino

di Gianni Vigoroso

La mia esperienza vissuta in America, grazie all’associazione nazionale della Polizia di Stato, di cui faccio parte come socio sostenitore. Mi viene chiesto di raccontarla dal mio direttore e lo faccio ben volentieri.

L’altra faccia del Columbus Day, la vita a New York e le emozioni raccolte durante il mio viaggio da inviato.

E’ Anthony Bellapigna il primo personaggio, su cui voglio soffermarmi. Entrare nel suo Ristorante di nome Ariano in Pennsylvania a Media, è come ritrovarsi a casa. Dalle parole ben scandite rigorosamente in dialetto ai vari simboli del tricolle, dalle mura, strade, palazzi, scorci e volti, ai profumi che provengono dalle nostre prelibatezze, olio, pasta, formaggi, torroni ed altro ancora. Per i suoi genitori Oto e Francesca è una gioia immensa, il solo esserci qui, anche se per poche ore. E’ come tornare per un attimo a quegli anni difficili, quando con una semplice valigia di cartone si decise di lasciare la propria terra per tentare di trovare fortuna altrove e in questo caso, riuscendovi. Versa a tutti il buon vino fatto ancora da lui Zio Otino e saluta con un brindisi tutti gli arianesi. Luigi Russo dal tricolle gli fa pervenire attraverso me un bellissimo piatto in ceramica raffigurante pulcinella, simbolo indiscusso del popolo napoletano nel mondo.

E’ un’autorità affermata più che un ristoratore Anthony, tanto da godere la stima da parte delle massime autorità di Philadelphia e gli onori della Polizia.

Neppure il tempo di salutarci ed ecco Bruno e Fernando Cipriano, a West Islip, una frazione situata nel Suffolk County di New York, sulla South Shore di Long Island. Entriamo senza neppure bussare alla porta e ci ritroviamo immersi in una grande festa. E’ la giornata che precede il Columbus Day e ogni anno è tradizione il giorno della vigilia organizzare un grande banchetto fino a notte fonda. Loro sono di Paternopoli, ma c’è anche una folta comitiva di Fontanarosa. Da qui l’Irpinia non sembra più così lontana. Porchetta, un’infinità di bontà sulla tavola, il sapore della mozzarella è diverso dal nostro, si avverte una sensazione di meno sale in ogni pietanza. Generoso Cresta accanto a me si adopera subito nell’affettare la porchetta appena sfornata. Il vino è irpino, ci sono anche le zeppole, va tutto a ruba fino ai dolci di Franca che vuole ritornare presto a Fontanarosa.

Vigorò, tu si lu nipote di cazzettolo, mi sento dire lungo la Fifth Avenue, la strada della grande parata, da un anziano che mi parla di Ariano, Zungoli e Monteleone di Puglia, tra uomini e donne in divise, carri colorati e bande musicali. Spiccano in ogni angolo le bandiere del tricolore ma non c’è una folla oceanica e non è vero che vi sono milioni di persone, la macchina organizzativa non è di quelle perfette, sembra quasi tutta una improvvisazione. E neppure la presenza delle forze dell’ordine a sfilare è stata così imponente. L’Anps di Avellino con il gruppo Ariano è stata la più rappresentativa, a livello mondiale al seguito di quella fiammante Lamborghini.

Colpisce il microfono di Otto Channel nel cuore della grande parata che fa anche da termometro sulla presenza degli irpini. Ce ne sono tantissimi sparsi da una traversa all’altra dietro quelle transenne. E’ uno sventolio di bandiere, sorrisi e cori festosi. Salutaci Avellino, ci dice una donna. Un uomo riconosce Angelo Perrone e lo abbraccia. Mi stupisce ogni giorno Maria Felicia Salerno, mappa alla mano conosce ogni angolo di New York ed è sicuramente più affidabile di un navigatore.....

Nello stesso giorno incontriamo un altro figlio di questa terra, l’irpino Rocco Di Spirito, noto Chef e Star televisivo. Saliamo sulla cima di un grande palazzo per consegnargli a nome del presidente nazionale Fibes Peppino Colarusso, il premio internazionale Sublimitas, per essersi distinto nella sua brillante attività professionale e per i suoi prestigiosi risultati ottenuti. Irpino purosangue, figlio di emigrati negli states, lo shef divo dei fornelli è a tutti gli effetti, ambasciatore della dieta mediterranea in America. Volto noto al pubblico statunitense, Di Spirito, ha saputo mantenere i rapporti, con l’Italia e la terra. I suoi genitori sono di San Nicola Baronia. Persona umile ed accogliente, legge un discorso dal display del suo telefonino e poi si commuove al momento della consegna del riconoscimento.

Ci immergiamo in un altro spettacolo della natura, le cascate del Niagara nel nord-est dell'America, tra gli Usa e il Canada. Sono come sempre affascinanti, ma mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente, l’acqua è sporca e non restituisce il meritato colpo d’occhio a questo gioiello della natura. Maria e Paulina cuore pugliese ci mostrano la movida di Niagara, Antonio è baciato dalla fortuna alle slot, il buffet è invitante, come pure i fuochi allo scoccare delle 22.00. Una bellissima serata di quelle da incorniciare. All’aeroporto di New York, ci sono Claudio e Pina, freschi sposi di ritorno a casa dal loro viaggio di nozze. La foto è d’obbligo..... L'unica attesa snervante di tutto il viaggio? La consegna dei bagagli, l'ansia di trovare la valigia aperta e la paura di non trovare più le tanto desiderate gomme gialle..

Cos’altro dire ancora di questo tour newyorchese? Non avrò forse mai camminato così tanto a piedi forse in vita mia e mangiato tante gustosissime frittate al mattino. Ma su questo aspetto, la mia mamma, si sta già attrezzando per modificare la colazione... L’ultima maratona insieme a Carlo, Massimiliano, Angelo e Nicolino è durata la bellezza di quindici ore. Pranzo con menù italiano e gran finale a colpi di hamburger e birra. Il cappellino della Polizia con il simbolo del tricolore, piace a tutti e viaggia da una testa all’altra con tanto di foto ricordo. Il panino più gustoso, l’hot hog per strada, un po’ come il calzone e la pizza fritta a Napoli. Mangiare costa tanto ovunque e se ti lasci tentare dallo shopping e dai souvenir è finita... Per una pizza margherita e una birra arrivi a spendere anche 30 dollari con un prodotto immangiabile. Un bicchiere di vino, meno di 15 dollari e chi te lo da.... Il caffè? Meglio farne a meno, non ti sveglia e non ha sapore qui, anzi rischia di rovinarti la giornata, ma poi a cosa serve, a New York non c’è tempo neppure per dormire…