Guerra commerciale e crescita mondiale: un equilibrio in pericolo. Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha espresso preoccupazione per le politiche protezionistiche adottate dagli Stati Uniti, sottolineando che l’escalation dei dazi potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio e ridurre il commercio internazionale di circa il 5% . Tali misure stanno spingendo l’economia globale su una traiettoria pericolosa, alimentando incertezza e volatilità nei mercati.
Concentrazione di potere e minaccia alla concorrenza
Panetta ha inoltre evidenziato i rischi derivanti dalla concentrazione di potere in poche grandi imprese globali, che guidano l’innovazione tecnologica e controllano enormi volumi di dati, minacciando la concorrenza e la pluralità dell’informazione . Il valore complessivo delle sette principali aziende statunitensi supera oggi i 15.000 miliardi di dollari, rendendo imprescindibile un’efficace regolamentazione che tuteli i diritti dei consumatori.
Italia: segnali positivi ma sfide persistenti
In ambito nazionale, il governatore ha riconosciuto “segni di vitalità” nell’economia italiana, con miglioramenti nei saldi di finanza pubblica e giudizi positivi da parte delle agenzie di rating . Tuttavia, ha avvertito che il percorso di risanamento è solo all’inizio, con un debito pubblico ancora elevato e pressioni future legate all’invecchiamento della popolazione e alle transizioni verde e digitale.
Salari stagnanti e necessità di innovazione
Panetta ha lanciato un monito riguardo ai salari italiani, che in termini reali sono ancora sotto i livelli del 2000 . Ha sottolineato l’urgenza di rilanciare la produttività e la crescita attraverso l’innovazione, l’accumulazione di capitale e un’azione pubblica incisiva, per garantire un aumento duraturo delle retribuzioni.
Costi energetici e competitività
Infine, il governatore ha evidenziato l’urgenza di intervenire sui costi dell’energia in Italia, che restano elevati rispetto ad altri Paesi europei . Ha invitato a seguire le direttrici già tracciate, ampliando il ricorso a fonti pulite, incentivando i contratti a lungo termine e rafforzando infrastrutture e reti di trasmissione, per migliorare la competitività del sistema produttivo nazionale.