Era un agente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Saluzzo, Guido Giovanni Marro, classe 1994 di Cervinara in provincia di Avellino, l’uomo che nel tardo pomeriggio di ieri ha perso la vita in seguito all’incidente nel quale è rimasto coinvolto alla guida della sua motocicletta a Savigliano. Ai soccorritori le sue condizioni sono parse subito gravissime.
A nulla sono purtroppo valsi i tentativi di rianimarlo messi in atto dai sanitari del servizio di emergenza 118, che hanno fatto intervenire anche l’elisoccorso e al fianco dei quali hanno operato i volontari del locale distaccamento di Vigili del Fuoco e i Carabinieri della Compagnia saviglianese.
L’uomo non si è più ripreso.
Guido GIovanni aveva 31 anni. Era alla guida della sua moto, una Kawasaki, lungo la Provinciale 662, in via Alba, quando si è scontrato violentemente con un’automobile. Lo schianto è stato devastante.
Il cordoglio dei colleghi
I sanitari del 118, giunti con ambulanza ed elisoccorso, non hanno potuto fare nulla. Guido è morto sul posto. Originario di Cervinara, in Irpinia, era un giovane collega stimato e benvoluto, appassionato del suo lavoro.
Una persona perbene, ricordata con affetto non solo dai compagni di reparto, ma anche da chi l’aveva conosciuto da ragazzo, quando frequentava l’Azione Cattolica Ragazzi nel suo paese natale. Si era trasferito al nord per servire lo Stato, come tanti altri colleghi costretti a vivere lontano da casa, ma sempre con il senso del dovere al primo posto.I Carabinieri di Savigliano hanno avviato le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Ma al di là dei rilievi tecnici resta il vuoto.
Resta il dolore.
Resta l’ennesima giovane vita spezzata troppo presto.
Il Sappe: dolore e cordoglio
"Il SAPPe si stringe con commozione attorno alla famiglia e ai colleghi della Casa Circondariale di Saluzzo. Quando muore un appartenente al Corpo, è tutta la Polizia Penitenziaria a indossare il lutto. È tutta la nostra comunità – fatta di turni, sacrifici e senso di appartenenza – a fermarsi. In giornate come questa, in cui le parole sembrano non bastare, il dovere di ricordare si fa ancora più forte. Guido non era solo un motociclista. Era un servitore dello Stato. Un collega. Uno di noi. Riposa in pace, Guido. Non ti dimenticheremo."