Avellino

Bocciato il bilancio 2024, il sindaco di Avellino Laura Nargi senza maggioranza in assise parla al consiglio e alla città. Senza numeri per governare e visibilmente provata da lunghi mesi di forti tensioni in maggioranza, il sindaco di Avellino ha preso la parola, raccontando la lunga sequenza di attacchi e trattative, che hanno scandito i suoi 12 mesi di governo.

Bilancio bocciato, ecco i voti

Il voto sfavorevole di dem e festiani è stato decisivo.13 voti favorevoli e 18 contrari, questi i numeri che hanno decretato il no al Bilancio Consuntivo 2024, alle ore 18.57, di oggi mercoledì 18 giugno 2025.

"È stata una caccia al sindaco"

Laura Nargi ha detto ai consiglieri contrari al bilancio: «È stata una caccia al sindaco. Io chiedevo rispetto e non l’ho avuto, invece di pensare alla città si pensa a dire ad un sindaco che ha venti giorni per ritrattare. A queste condizioni io non ci starò mai. Scusate avellinesi».

 Mesi di attacchi e litigi incomprensibili

"Cittadini, cari colleghi del consiglio, mi rivolgo a voi per parlare alla cittadinanza. Mi rivolgo ai consiglieri di Viva la Libertà e Davvero e a loro dico: non ho capito le motivazioni di questo voto contrario - ha detto il sindaco -. Non ho capito tante cose durante questi mesi, scanditi da una serie di litigi incomprensibili - racconta Nargi, con la voce rotta dall'emozione e dalla tensione durante una seduta di consiglio al cardiopalma -.

Nargi: mai rispettata come donna e come sindaco

«“Excusatio non petita, accusatio manifesta” dico a Vecchione, non so cosa rispondere a Cucciniello. Non ho capito le motivazioni del suo voto contrario e di tante cose, sin dall’inizio dell’amministrazione. Brani di Pasolini e Borsellino e la parola "rispetto" comparivano tra le tracce della maturità, proposte questa mattina agli studenti alle prese con l'esame di Stato. Ebbene, pensando alla parola "rispetto" ricordo a tutti che io non sono mai stata rispettata, come donna e come sindaco - ha detto Nargi -."

"Dietro ai miei occhi lacrime"

"Dietro ai miei occhi non c’erano felicità, ma lacrime, quando mi sono insediata. Sono stata pubblicamente umiliata, lasciata sola, e definita ‘minoranza della minoranza’». Nargi ha ricordato le difficoltà incontrate: «Il 6 novembre mi è stato detto, tramite la stampa, che dovevo sloggiare, e nonostante questo ho resistito, per mantenere il patto con i cittadini. Il 27 dicembre mi hanno detto: ‘Se vengo io, tu scompari’. Tre mesi dopo l’obiettivo era lo stesso: mandarmi a casa». La sindaca ha lanciato un appello: «Mi rivolgo a tutti i consiglieri eletti da questa città, non ai partiti: pensiamo alla città, non alle beghe politiche. Scusate avellinesi».

Parola al prefetto

Ora si attende la diffida del Prefetto, la seconda in meno di un anno dalla nascita della consiliatura Nargi. Il conto alla rovescia è cominciato: terminato il tempo concesso, si procederà allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla nomina di un commissario prefettizio, incaricato di traghettare Avellino verso nuove elezioni, presumibilmente nella prossima primavera.