di Paola Iandolo
Gestivano un traffico di cocaina e hashish in Valle Caudina 24 ore su 24 e si estendeva fino al capoluogo irpino e travalicava i confini provinciali: arrivano le condanne a sei anni e dieci mesi per la figlia 27enne del boss E.C., per suo congnato P.D. condannato a sei anni e otto mesi, sei anni e otto anche per G.D. P. e per la moglie del boss Fiore Clemente T.C. a quattro anni e otto mesi. Il gip ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare nei confronti di G.D.P e C.T. scattate nel mese di dicembre. I cinque sono difesi dagli avvocati Fabio Russo, Vito Pacca, Valeria Verrusio, Mario Cecere e Stefano Alessandrelli. Ad emettere la sentenza al termine del rito abbreviato, il gup Gennaro Lezzi del tribunale di Avellino.
Le accuse
Nell'ambito dell'inchiesta risultano indagate altre due persone alle quali viene contestato il reato di favoreggiamento. Avrebbero, in sostanza, aiutato alcuni degli indagati a depistare le indagini. Avevano creato una vera e propria piazza di spaccio. La sede di smistamento era l'abitazione della figlia del boss. Si rifornivano, dunque, di droga dall'hinterland napoletano. A coordinare le indagini svolte dalla Squadra Mobile, il sostituto procuratore, Luigi Iglio. Ad eseguire l'ordinanza sono stati gli agenti della Squadra Mobile. L'attività d'indagine ha permesso di scoprire la rete criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. La compagine criminale che operava in Valle Caudina, trafficava «in modo costante e sistematico, sostanze stupefacenti» in diversi paesi di quell'area.