Benevento

Non lo vedevo da tempo, ma qualche mese fa, in occasione di una messa in ricordo dei miei genitori da lui celebrata, ho avuto modo di incrociarlo nuovamente. L'ho raggiunto in canonica dopo la funzione, per salutarlo: si stava togliendo i paramenti, appena mi vide il suo volto si allargò nel sorriso con il quale accoglieva tutti. Come stai, mi chiese. Bene, replicai, quindi gli domandai perchè non lo avessero ancora nominato vescovo. Lui mi piantò gli occhi addosso: Non è per me...., rispose, dandomi una pacca sulla spalla.

Ci davamo del tu con don Pompilio, che conoscevo da oltre 30 anni. Per quel che vale, è a lui che avevo affidato la mia confessione prima del matrimonio, lui sapeva che non ero stato certo un modello di vita, le sue parole mi aiutarono moltissimo e mi donarono la speranza che stavo perdendo. Don Pompilio, scomparso questa mattina, era un prete speciale, di quelli che avevano fatto del sacrificio la cifra della loro esistenza.

Era di Montecalvo Irpino, dove tornava a far visita alla madre e durante il periodo estivo. Gli volevano tutti bene perchè ne apprezzavano il rigore e l'umiltà che ha sempre conservato anche quando è stato chiamato a ricoprire ruolo importanti all'interno della Diocesi. E' stato un assoluto punto di riferimento per il rione Ferrovia, con la sua straordinaria capacità di ascoltare e di mettersi a disposizione di chiunque avesse bisogno. Qualità che aveva espresso anche durante il periodo in cui aveva insegnato Religione al Guacci.

Alle 17.30 era atteso a Venticano dove, in occasione della festa di Maria Santissima, avrebbe dovuto presiedere una messa solenne e ricevere, poi, le chiavi del paese dal sindaco e dall'amministrazione comunale. Anche nel centro irpino ora è solo dolore per la perdita di un prete che ha lasciato un'impronta che nessuno potrà cancellare. Addio, don Pompilio.