Avellino

"Vogliamo fare alcune precisazioni in merito all’accordo sottoscritto ieri in Regione sulla vertenza Arcelor. Non emerge dagli articoli riportati su quasi tutti i quotidiani che anche la Uilm e la Uglm hanno partecipato all’incontro e che per quel che riguarda la nostra posizione peraltro  espressa con chiarezza al tavolo Regionale,  abbiamo dichiarato di non essere d’accordo con l’intesa proposta e sottoscritta dalla Fiom e dalla Fim".

Lo scrive in una nota con fermezza il segretario Uilm Avellino e Benevento Gaetano Altieri.

"Riteniamo, stigmatizzando il comportamento avuto da Arcelor ed evidenziato dalla Uilm  in tutti gli incontri sindacali ed Istituzionali che sarebbero dovute arrivare ben altre garanzie per tutelare i lavoratori ed il territorio.

La Arcelor come ripetutamente dichiarato e richiesto da parte della Uilm,  avrebbe potuto prorogare la cassa integrazione  per cessazione per altri sette mesi visto che con Idroambiente l’accordo era saltato, nonostante le rassicurazioni arrivate ai tavoli di confronto dove la trattativa era stata data quasi per certa e conclusa, con pullman già prenotati e poi disdettati per far visitare la fabbrica Beneventana (Idroambiente) ai lavoratori dell’Arcelor.

Invece oggi l’unica cosa certa è che i lavoratori vengono licenziati a dicembre 2025 con impegni e piani messi solo sulla carta,  tutti ancora da realizzare e che vedono nell’intesa raggiunta solo una certezza e cioè che  comunque andranno le cose la Arcelor sarà sollevata, quindi una sorta di liberatoria, da ogni responsabilità nei confronti dei lavoratori e del territorio.

Pertanto tutte le legittime critiche rivolte a questo  colosso mondiale della produzione dell’acciaio arrivate da più fronti, non solo quello sindacale, si sono esaurite come fumo al vento su impegni che non offrono oggi nessuna certezza se non quella che Arcelor a dicembre 2025 chiude con il territorio di Avellino e poi che Dio ce la mandi buona.

Le richieste sindacali espresse ai tavoli della Prefettura, agli incontri sindacali, ai comizi fatti insieme ai sindaci davanti alla fabbrica con la presenza di parroci ed altri venuti a dare solidarietà,  sono sempre state ben altre e oggi l’unica parte che esce  veramente vittoriosa da questa intesa è Arcelor mittal".