Salerno

Non basta la chiusura dell'azieda, perché ora la partita continua anche se su altri argomenti. All'indomani della chiusura dello stabilimento delle Fonderie Pisano, in seguito alla revoca dell'autorizzazione integrata ambientale da parte della Regione Campania, il comitato "Salute e vita" ha organizzato una conferenza stampa per rendere note le proprie posizioni. Il presidente Lorenzo Forte ha fatto sapere che la guardia resterà alta, anche se "quella fabbrica è ormai morta, lì non potrà più ripartire la produzione". Attenzione dunque su altre questioni che per i rappresentanti del comitato sono fondamentali.

"Chiederemo l'azzeramento degli indici di edificabilità, per evitare - ha fatto sapere Forte - che un domani la proprietà possa pensare di speculare realizzando palazzi privati". Una battaglia solo all'inizio, alla quale se ne aggiungono anche altre. "Stiamo aspettando per il mese prossimo i risultati dello studio epidemiologico Spes con le ricadute degli inquinanti sul territorio - ha ripreso il presidente del comitato salernitano - . Ecco perché riteniamo doveroso accertare tutta la verità sulle morti e sugli ammalati di questi anni. I lavoratori che sanno qualcosa ora possono finalmente raccontare cosa hanno visto", il duro monito. 

"Salute e vita" commenta anche la nota con la quale il sindaco di Salerno Enzo Napoli ha criticato l'inerzia della proprietà nell'affrontare la vicenda ("Finalmente anche lui si è accorto di chi è davvero la colpa") e rincara la dose: "Chiediamo il sequestro dei beni della famiglia Pisano per un duplice obiettivo. Da un lato consentire la bonifica del sito, come previsto dalla normativa, e dall'altro garantire gli stipendi ai lavoratori delle Fonderie".

A proposito di questo, lunedì è in programma davanti alla sede della Regione Campania il presidio organizzato dalla Fiom Cgil (qui l'intervista al canale 696 di Francesca D'Elia), ed anche in questo caso Forte non usa giri di parole: "Ancora una volta il sindacato non si è dimostrato davvero dalla parte dei lavoratori, decidendo di tutelare la posizione indifendibile dell'azienda che ha finito col penalizzare anche le maestranze". In attesa del ricorso al Tar annunciato dalla famiglia Pisano, dunque, il braccio di ferro è destinato a continuare. 

Giovanbattista Lanzilli