Afghanistan, arrivano i primi profughi in Campania

Oggi l'incontro tra i cinque prefetti

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Continuano in Italia gli arrivi dei profughi afghani. Cinque famiglie afghane, per un totale di circa 30 persone, tra adulti e bambini, sono attese in Campania, dove saranno ospitate prima al Covid Center di Ponticelli per effettuare la quarantena di 10 giorni e poi in strutture protette. L'arrivo dei primi profughi Afghani in Campania è previsto per l'inizio di questa settimana. La prefettura di Napoli sta ultimando il piano di accoglienza, sotto il coordinamento dei ministeri della Difesa, dell'Interno e della presidenza del Consiglio.

Oggi si terrà una riunione in videoconferenza tra i cinque prefetti della Campania per definire le strutture che ospiteranno le famiglie in fuga dai talebani. Per adesso i numeri sono contenuti, ma potrebbero aumentare decisamente nel giro di pochi giorni.

Le cinque famiglie arriveranno in Italia da Kabul grazie a uno dei ponti aerei organizzati dall'Esercito. Quindi effettueranno una quarantena di dieci giorni nel Covid Residence di Ponticelli che ha a disposizione 42 stanze a uso singolo. Nell'albergo, realizzato a pochi passi dall'Ospedale del Mare per i familiari dei ricoverati e poi trasformato in residenza per i contagiati Covid asintomatici e paucisintomatici, sono assicurati anche eventuali tamponi molecolari e c'è la possibilità, in caso di positività, di trasferimento in isolamento nell'area dedicata ai positivi e, qualora fosse necessario, il ricovero ospedaliero.

Terminata la quarantena, le cinque famiglie saranno ricollocate in apposite strutture, come i cosiddetti Sai. "Ci sarà una pianificazione a livello nazionale - conferma l'assessore regionale alla Legalità, Mario Morcone - trascorreranno la quarantena al Covid center e poi saranno trasferite. E a mio parere non in strutture a Napoli. È una città complicata, meglio trovare situazioni maggiormente protette e con la possibilità di accedere più facilmente a servizi per persone da avviare a una nuova vita da noi. Napoli è una città bellissima, ma con troppi problemi e non vorrei correre il rischio di aggiungere ulteriori traumi a bambini che arrivano dall'Afghanistan. Comunque questo è un mio parere personale, si pianificherà con il ministero, dopo la fase di quarantena, la soluzione migliore tenendo presente che va fatta una distinzione tra chi in Afghanistan ha collaborato con le nostre forze armate e quindi, potenzialmente, è una persona a rischio, e gli altri che non avranno bisogno di particolare misure di sicurezza ". E Morcone ribadisce: " Io non li manderei a Napoli, ma in luoghi dove potrebbero ambientarsi più facilmente".