Surriscaldamento Mar Tirreno: una sfida cruciale per il settore della pesca

Il monito di Carmine Fusco, commissario della Cia Campania

surriscaldamento mar tirreno una sfida cruciale per il settore della pesca

Il cambiamento climatico non è più un problema del futuro, ma una realtà quotidiana...

Parlare della crisi che investe oggi il settore della pesca limitandosi al solo aumento delle temperature marine rischia di offrire una visione parziale e semplicistica.

È vero che il Mar Tirreno si sta progressivamente surriscaldando a causa del cambiamento climatico, ma i problemi per chi lavora in mare non si fermano certo all’estate. Anche durante l’inverno, i pescatori devono fare i conti con condizioni meteorologiche sempre più instabili: mareggiate violente, venti improvvisi e fenomeni atmosferici estremi che compromettono la sicurezza delle uscite e la regolarità dell’attività.

«Non possiamo parlare del settore della pesca solo quando fa caldo - afferma Carmine Fusco, commissario della Cia Campania - perché la verità è che ormai il clima è un problema tutto l’anno. Ci troviamo di fronte a un’emergenza strutturale che richiede risposte sistemiche, non interventi occasionali".

In questo contesto, Fusco richiama con forza l’attenzione sul ruolo delle istituzioni europee e, in particolare, sulla necessità di un uso più efficace e mirato dei fondi comunitari destinati al settore.
«I finanziamenti europei per la pesca – dichiara – esistono, ma spesso restano inutilizzati o non raggiungono davvero chi lavora in mare. Occorre semplificare le procedure di accesso, ridurre la burocrazia e mettere gli operatori nelle condizioni di poterne beneficiare. I fondi devono servire a rafforzare il settore, non a rimanere bloccati nei meandri amministrativi e per questo, chiederemo già nei prossimi giorni alla Regione Campania di semplificare le operazioni burocratiche”.

Fusco insiste anche sull’importanza di investire in ricerca e innovazione, affinché i pescatori possano disporre di strumenti tecnologici in grado di aiutarli a lavorare in sicurezza, ridurre l’impatto ambientale e adattarsi a un contesto in rapido cambiamento.

"Se vogliamo davvero difendere la pesca mediterranea, dobbiamo fornire soluzioni concrete, non solo dichiarazioni di principio».

La Cia Campania chiede quindi con decisione una revisione delle politiche europee, a partire dalla Politica Agricola Comune, affinché includa in modo più incisivo il comparto ittico e risponda alle reali esigenze degli operatori del settore.

Il cambiamento climatico non è più un problema del futuro, ma una realtà quotidiana. Le sue conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, e colpiscono duramente uno dei settori più esposti e meno protetti. Per questo la Cia Campania continuerà a farsi portavoce delle difficoltà dei pescatori, chiedendo interventi strutturali, fondi accessibili e politiche capaci di garantire al tempo stesso la sopravvivenza economica del comparto e la sostenibilità degli ecosistemi marini.