Covid: usura +6,5%, rischio liquidita' per 100 mila imprese

In Campania il maggior aumento di interdittive antimafia: dalle 142 del 2019 alle 268 del 2020

covid usura 6 5 rischio liquidita per 100 mila imprese

Sono i dati del rapporto "La tempesta perfetta. Le mani della criminalita' organizzata sulla pandemia" curato da Libera e da Lavialibera

Ascesa del numero di interdittive antimafia (in media sei al giorno nei primi nove mesi dell'anno), 23 prime attivita' pre investigative collegate alla criminalita' organizzata e 128 soggetti monitorati, fenomeni di usura in crescita del 6,5%, rischio liquidita' per circa 100 mila imprese societa' di capitali e allarme per i cybercrime in crescita rispetto allo scorso anno.

Sono i dati del rapporto "La tempesta perfetta. Le mani della criminalita' organizzata sulla pandemia" curato da Libera e da Lavialibera nel quale convergono dati e analisi desunti dal grande lavoro compiuto dalle forze dell’ordine (carabinieri, èolizia, Guardia di finanza) e dalle relazioni della Direzione investigativa antimafia, della Procura Nazionale e degli studi e rapporti sul riciclaggio della Banca d’Italia.

Dal turismo e ristorazione al settore sanitario e a quello dei rifiuti, dagli appalti all'energia passando per la grande finanza, "l'infezione sanitaria del virus affianca l'infezione finanziaria mafiosa. L'emergenza in atto, inaspettata e di enormi proporzioni, potrebbe determinare una crescita esponenziale dei profitti derivanti dal malaffare. E se la rapida diffusione del Coronavirus in Italia ha colto tutti impreparati, cio' non succede per le grandi organizzazioni criminali che sono in grado di farvi fronte piu' agevolmente perche' nel loro tessuto connettivo e' insita la capacita' di rapido adattamento ai mutamenti economici e sociali".

Tra gennaio e settembre, il Viminale ha registrato 1.637 interdittive (nello stesso periodo del 2019 erano state 1.540) con un incremento del 6,3%. Gli aumenti maggiori si registrano in Campania, che passa dalle 142 interdittive del 2019 alle 268 di quest'anno (+229%) ed Emilia Romagna (+89%).

Aziende a corto di liquidità e a rischio usura, aumento delle interdittive antimafia, incremento delle segnalazioni per sospette operazioni bancarie: le mafie allungano le mani sulla pandemia ed è alto il rischio che possano arrivare anche ai fondi europei del Recovery fund. Nel periodo aprile-settembre 2020, sono stati 23 gli atti di impulso pre-investigativo legati alla criminalità organizzata e legati alla criminalità organizzata. Il 31% riguarda contesti riferibili alla camorra, compresi clan federati dei Casalesi, seguiti con il 19% dalla ‘ndrangheta e per l'8% da Cosa Nostra. Il 38% riguarda le altre organizzazioni criminali con particolare riferimento ai Casamonica e Fasciani.

I ricercatori della Banca d'Italia hanno analizzato l’impatto dello shock generato dall’epidemia di Covid-19 sul fabbisogno di liquidità, la patrimonializzazione, la redditività e la struttura finanziaria di circa 730mila società di capitali italiane. I dati si riferiscono alle sole società di capitali, che costituiscono un sottoinsieme altamente rappresentativo delle imprese attive in Italia (80% del valore aggiunto e 87% del fatturato complessivi). In assenza delle misure di sostegno, la riduzione dei fatturati generati dall’emergenza Covid-19 avrebbe determinato un fabbisogno di liquidità di circa 48 mld di euro per 142mila imprese (19% del campione totale).

Le misure di sostegno del Governo hanno permesso a 42mila delle 142mila imprese di fronteggiare le loro esigenze di liquidità. Il fabbisogno di liquidità delle rimanenti 100mila imprese ammonterebbe però a circa 33milardi di euro. Centomila imprese che potrebbero finire, secondo  Libera, nella morsa degli usurai.