A rivedere oggi le immagini di piazza Maggiore strapiena di gente sembra passato un secolo. Invece e' passato soltanto un anno: la sera del 14 novembre 2019 sul Crescentone della piazza simbolo di Bologna si ritrovano in 14mila rispondendo cosi' all'appello social di Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa. L'idea dei quattro amici trentenni, infatti, era quella di radunare un flash mob con 6.000 persone, strette appunto come sardine, in risposta ai 5.570 posti del PalaDozza dove Matteo Salvini stava lanciando la candidatura di Lucia Borgonzoni a governatrice dell'Emilia-Romagna. Da quel momento le Sardine si moltiplicano e compaiono nelle piazze di tutta Italia accompagnando la campagna elettorale per le regionali di gennaio. Come in Emilia-Romagna dove tornano a radunarsi, questa volta nella piu' piccola piazza VIII Agosto, il 19 gennaio 2020, a una settimana dal voto che riconferma Stefano Bonaccini alla guida della Regione.
'Non abbiamo mai voluto esserlo, ma abbiamo capito che per tante persone siamo la prima vera alternativa al sovranismo e al populismo di destra', dice ai giornalisti in quell'occasione Mattia Santori, il portavoce del movimento. Tra novembre 2019 e gennaio 2020 Santori si divide tra le piazze e i talk show, dove le Sardine spopolano avendo colto tutti di sorpresa. Poi il Covid irrompe a fine febbraio sparigliando anche i progetti del movimento. Le piazze si svuotano, l'impegno si sposta inevitabilmente sui social. A maggio le Sardine tornano in piazza Maggiore con '6000 Piantine - fotosintesi per la cultura'', un flashmob per raccogliere fondi da destinare agli eventi culturali della citta' supportato dalla Fondazione per l'Innovazione Urbana del Comune di Bologna. Iniziativa che, pero', finisce nel mirino del centrodestra di Palazzo d'Accursio. E' passato un anno da piazza Maggiore. Ripensando oggi a quella sera, cosa siete stati e cosa siete oggi anche alla luce della pandemia che ha impedito di fatto le manifestazioni.
'Cosa siamo stati e cosa siamo? Siamo sempre noi, gli stessi quattro di inizio novembre 2019. O almeno cerchiamo di esserlo', dice all'agenzia Italpress Mattia Santori, portavoce delle Sardine. 'Abbiamo guadagnato - spiega - molte amicizie e stabilito molte relazioni, ma abbiamo sempre cercato di restare radicati alla realta' che ci ha visto nascere, senza illuderci che un'improvvisa notorieta' potesse automaticamente conferirci particolari competenze politiche. Crediamo che queste si costruiscano con pazienza e col tempo'. Esiste ancora la 'sardinitudine'? 'Lo abbiamo sempre detto. - puntualizza Santori -. Le sardine non esistono, esistono le persone'. Se quindi se per 'sardinitudine' si intende 'essere umani', direi proprio di si'…La vera sfida di questi tempi e' restare umani, dunque non indifferenti ai drammi dei tempi che viviamo e neppure afflitti dal pessimismo o dall'idea che questa condizione durera' per sempre'. 'Siamo legati - aggiunge il portavoce - alla parola 'sardinitudine' perche' la invento' Ezio Bosso, al quale rivolgiamo un ricordo e un sentito ringraziamento per tutto cio' che ha saputo trasmetterci. Prima cosa fra tutte l'importanza dell'ascolto'.
Sulla possibilita' che si possa tornare in piazza quando la pandemia sara' finita, per Cosenza 'il tema non e' la voglia, perche' vai in piazza quando senti un'urgenza e la crisi economica potra' darla'. 'La protesta politica - avverte - riesce a essere pacifista, quella da crisi e' strumentalizzabile e rabbiosa'. Tornando a quella sera di novembre Cosenza ricorda che 'fu una passeggiata di famiglie con bimbi ed e' sempre rimasto cosi'. E' un movimento piu' di parole che di corpi, piu' un atto di comunicazione'. A pensarci oggi quelle migliaia di persone strette sul Crescentone della piazza sembrano lontane anni luce dal distanziamento, 'fisicamente un cortocircuito in questo momento', sottolinea Cosenza.(ITALPRESS)
