Natisone: recuperati i corpi di Patrizia e Bianca, il fiume nasconde Cristian

La comunità di Premariacco sconvolta dal dramma e dalle polemiche

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Il sindaco: «Potevano essere salvati. L'elicottero è arrivato con un minuto di riatrdo»

Il cielo è limpido su tutta Premariacco. Tutto profuma di buono. Solo le sagome nere dei sommozzatori ti riportano alla tragedia. Esplorano gli angoli più profondi. Dopo tre giorni di ricerche, sono stati recuperati nel Natisone i corpi senza vita di Patrizia Cormos e Bianca Doros, le due ventenni travolte venerdì scorso dalla piena. Ma il fiume nasconde ancora il corpo di Cristian Casian Molnar, ufficialmente ancora disperso. Era lui a tenere strette a sé le due ragazze quando hanno capito che i soccorsi non sarebbero arrivati in tempo. Un abbraccio che era un addio ma anche un tentativo disperato di fare resistenza.

Due corpi giacevano a 50 metri l'uno dall’altro, uno fuori dall'acqua e l’altro appena sotto la superficie, a 800 metri dal ponte Romano, a Orsaria di Premariacco, dove venerdì i tre giovani avevano parcheggiato l’auto per raggiungere la spiaggetta sottostante. Si presume che la morte delle due ragazze sia avvenuta pochi istanti dopo il loro passaggio sotto il ponte, quando sono scomparse. Erano impigliati nella vegetazione.

Bianca, Patrizia e Cristian erano andati su quella spiaggetta per scattare qualche foto e festeggiare l’esame che Patrizia aveva sostenuto quella mattina all’università. Al loro arrivo, il fiume era quasi in secca. L’ondata di piena è arrivata all’improvviso: da 15 metri cubi al secondo a quasi 250 in pochissimo tempo. Alle 13.30, una delle due ragazze ha chiamato il 112. È scattato l’allarme e sono arrivati pompieri, operai del comune e l’elisoccorso. Tuttavia, i pompieri hanno visto i ragazzi scivolare via senza poter far nulla, e l’elisoccorso è arrivato un minuto dopo la loro caduta in acqua. Diversi testimoni hanno assistito alla scena.

La procura di Udine ha aperto un fascicolo per appurare se ci siano stati errori nella sequenza degli interventi. Restano dubbi sui tempi e sulle fasi del soccorso, e molte domande. I tre giovani hanno percepito realmente il pericolo? E se sì, perché non sono andati via quando l’acqua ha cominciato a trasformare la spiaggetta in un isolotto? Il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, è infastidito dalle polemiche, anche via social.

"Ogni tanto esce un nuovo filmato, si fanno congetture e speculazioni. C’è chi ha detto che un filmato sarebbe stato girato dall’autista dello scuolabus che è passato sul ponte. Il poveretto ha ricevuto insulti e minacce, come se avesse voluto speculare. Le sue figlie hanno pianto".

Il sindaco conosce bene il fiume. Da piccolo ci faceva il bagno e appena vedeva l’acqua sporcarsi capiva che era ora di andare via, che dai monti stava scendendo l’acqua a forte velocità. "Qui da noi ognuno ha un elicottero. Purtroppo quello del 118 è arrivato un minuto dopo la scomparsa dei giovani." Ma De Sabata è convinto di una cosa: "I ragazzi avevano la possibilità di fuggire e salvarsi. L’acqua li stava circondando ma era ancora bassa. È probabile che non l’abbiano fatto per non bagnarsi scarpe e vestiti. Lo si capisce dai movimenti compiuti sulla ghiaia. Purtroppo il fiume scendeva a velocità impressionante. A sette metri da loro c’era un pompiere che non ha potuto fare nulla".