L'Italia è un manicomio tributario

Tutte le colpe degli eredi del '68 e la devastante miopia culturale

l italia e un manicomio tributario

di Luigi Mainolfi

Spesso, nelle discussioni politiche, e non solo, si avverte la non conoscenza delle cause degli argomenti che si affrontano. Facciamo alcuni esempi. Si parla di Berlusconi come la causa di tutti i mali e si sottovalutano gli argomenti che spinsero gli elettori a preferirlo.

Si trascura il fatto che la sinistra comunista, mentre cercava di indebolire e sconfiggere Craxi, legittimava gli amici occulti di Berlusconi, al quale regalava clienti per i suoi prodotti, televisivi e non, e gli offriva artisti –collaboratori, a pagamento. Ci lamentiamo perché nostri giovani laureati si trasferiscono all’estero per lavoro, indebolendo demograficamente l’Italia, mentre nessuno condanna i responsabili del trasferimento all’estero di gran parte delle nostre industrie, riducendo così la nostra capacità occupazionale.

Craxi, nel 1982, Convegno di Rimini, richiamò tale pericolo, proponendo iniziative capaci di vincere la concorrenza dei Paesi a basso costo della manodopera e di quelli, che investivano nella ricerca scientifica, ma non fu ascoltato. Si parla di evasione fiscale, ma nessuno evidenzia le deficienze e le lacune del nostro sistema, che, già negli anni ’60, veniva giudicato un manicomio tributario.

Quanti artigiani e quanti professionisti non emettono fatture? Perché i clienti non le chiedono? L’ammontare delle evasioni fiscali è di 89 miliardi. I Professionisti sono 1.402.000 e gli artigiani sono 1.287.951. Quindi, abbiamo 2.689.951 evasori potenziali. Ancora, la miopia della nostra classe politica diventa più dannosa quando non valuta gli effetti, sulla nostra economia, delle scelte socio-economiche di Paesi come Cina, India e Stati Uniti, di gruppi di Paesi come BRICS, UE, NATO e Paesi Arabi.

Abituati a parlare di eventi, che producono effetti immediati, non si cerca di capire la natura e gli effetti di decisioni presentate come conquiste civili. Secondo me, i danni provocati dalla moda sessantottina sono immensi, come sono immensi quelli consequenziali all’inizio dell’uso delle droghe leggere, che hanno provocato l’esplosione del consumo di quelle pesanti, con le conseguenze che conosciamo. Le droghe non sono beni prodotti da industrie o coltivati da agricoltori, ma arrivano sul mercato in modo illegale e vengono spacciate con l’ausilio della camorra, della delinquenza e degli immigrati. L’aver soddisfatto le richieste radical chic e le ipocrite mode sessantottine ha provocato la quasi totalità delle negatività attuali. Anche, la classe politica, che una volta proveniva dalle lotte contadine, da quelle sindacali, dalle scuole dei Partiti e dai circoli universitari, poi è stata alimentata dal falso populismo, dal qualunquismo, dalle passeggiate giovanili e dagli intrallazzi economici. Stessa degenerazione nel mondo sindacale.

Purtroppo, il popolo invece di aprire gli occhi, è diventato miope e si comporta come le prefiche: piange a pagamento. La miopia popolare sta agevolando la crescita di condizioni dannose, come quelle provocate dall’immigrazione clandestina, sia per gli effetti sull’economia che per quelli sociologici. Non viene valutato nemmeno il valore delle rimesse che gli immigrati mandano nei loro Paesi.

Ultimamente stiamo assistendo allo sbarco di quasi 2.000 clandestini al giorno In un anno, possono diventare 700.000 e in 10 anni 7.000.000. Siccome la storia dei Paesi non si valuta in giorni, ma in ventenni e più, è da pensare che nel 2050, ci saranno 20.000.000 di non italiani a fronte di 35.000.000 di italiani. Manuel Valls, riferendosi alla Francia, ha detto che la presenza eccessiva dell’Islam sta indebolendo la coesione sociale.

Secondo Mauro Mazza, commissario alla Buchmesse, nel nostro Paese, “si stanno sottovalutando le conseguenze del mettere da parte il senso culturale, quello religioso, l’inverno demografico e la nostra storia millenaria, andando verso un suicidio della nostra società”.

Basta con la miopia culturale.